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Imemc. I soldati israeliani hanno invaso, martedì mattina, il quartiere di Beit Hanina, a nord della Gerusalemme Est occupata, e hanno demolito una grande casa mobile palestinese, presumibilmente costruita senza un permesso.
I soldati hanno circondato il quartiere prima di invaderlo, e demolito la proprietà, solo due giorni dopo che il Consiglio comunale aveva emesso l’ordine di demolizione.
L’agenzia Wafa ha affermato che i soldati hanno demolito una casa mobile di 100 metri quadri, appartenente al residente Majdi Jamal Edrees, nella zona di Al-Ashariyya, a Beit Hanina.
Majdi ha detto a Wafa che l’esercito ha pubblicato l’avviso di demolizione dell’edificio appena due giorni prima e che ha contattato il suo avvocato, che ha parlato con il Consiglio comunale, ma ha insistito sulla demolizione della proprietà, senza delibere o ricorsi.
“Abbiamo cercato di ottenere tutti i permessi e i documenti necessari”, ha detto, “ma continuavano a porre condizioni e richieste impossibili; la nostra casa demolita era completamente arredata, pronta per il nostro trasferimento, il suo costo era di più di 90.000 shekel israeliani”.
“Abbiamo dovuto comprare una grande casa mobile, e bloccata a terra perché è diventato impossibile per noi ottenere un permesso di costruzione da Israele”, ha aggiunto, “E oggi, sono venuti e l’hanno demolita”.
Lunedì, una famiglia palestinese di Ras al-‘Amoud, nella città di Silwan, nella Gerusalemme occupata, ha dovuto demolire la propria casa, per evitare le multe troppo elevate e le tasse che Israele impone alle famiglie dopo aver demolito le loro case.
Assem Abu Qalbein ha detto che la sua famiglia ha iniziato a costruire la casa quasi un anno fa, e che i soldati e i dipendenti del Comune l’hanno più volte invasa, e ha emesso ordini di demolizione che erano spesso in ritardo.
“Domenica ci hanno detto che avevamo 24 ore per demolire la nostra casa”, ha dichiarato, “la proprietà era di 40 metri quadri, costruita con mattoni e metallo”.
I soldati hanno anche demolito una casa palestinese in costruzione, a Jabal al-Mokabber, a sud di Gerusalemme.
Traduzione di Edy Meroli