Soldati israeliani hanno aggredito reporter di AFP

348794CBeit Furik-AFP. Venerdì 25 settembre due giornalisti dell’AFP (Agence France-Presse) sono stati aggrediti da soldati israeliani che hanno confiscato e distrutto la loro attrezzatura nella Cisgiordania occupata, dove poco prima si erano svolti i funerali di un palestinese ucciso dall’esercito.

Un video reporter, l’italiano Andrea Bernardi, è stato scaraventato a terra, colpito nel fianco con un’arma, ed immobilizzato da un soldato che gli teneva un ginocchio sul petto, fino a quando non gli ha mostrato il suo tesserino di giornalista. Il giornalista ha riportato contusioni alle costole e una ferita sotto l’occhio.

I militari israeliani hanno puntato le armi contro Bernardi ed il suo collega, il fotografo palestinese Abbas Momani, intimando loro di consegnargli tutto il materiale di cui disponevano. L’attrezzatura, che consisteva in una videocamera e due fotocamere, è stata in parte distrutta, in parte confiscata, insieme al telefono cellulare di uno dei due reporter.
Quando è avvenuta l’aggressione entrambi i giornalisti indossavano una pettorina con su scritto “Stampa” a caratteri ben visibili.

L’incidente è stato filmato e pubblicato online da un’agenzia locale.

I due reporter stavano documentando scontri tra i palestinesi e le forze armate israeliane quando un gruppo di militari, dopo averli presi in disparte, ha incominciato ad insultarli in inglese intimandogli di interrompere immediatamente le riprese.

L’AFP ha protestato con l’esercito di Israele riguardo all’accaduto e si è detta intenzionata a presentare un reclamo ufficiale.

“Saranno prese misure disciplinari”, ha dichiarato il colonnello Peter Lerner, portavoce dell’esercito israeliano, alla stampa.

“Le più alte cariche delle forze armate sono al corrente di quanto accaduto”, ha continuato il colonnello, sottolineando che anche il quartier generale delle forze Israeliane nei territori occupati fosse stato informato dei fatti.

In un incidente occorso il 24 aprile, il fotografo palestinese aggredito il venerdì ed un suo collega furono presi a sassate da soldati israeliani.
Anche in quell’occasione gli scontri furono filmati e l’esercito aveva annunciato azioni disciplinari contro i soldati coinvolti nell’aggressione.

Gli scontri tra i palestinesi e l’esercito israeliano, avvenuti a Beit Furik, sono scoppiati poco dopo la celebrazione dei funerali di Ahmed Khatatbeh, giovane palestinese di 26 anni.

Il ragazzo è morto a causa delle ferrite riportate dopo esser stato colpito da tre proiettili israeliani vicino il check-point di Beit Furik, a Nablus. L’esercito ha dichiarato che Ahmed, insieme ad un altro uomo, aveva lanciato un ordigno al petrolio su di un veicolo lungo la strada che porta all’insediamento ebraico di Itamar.

Libertà di stampa sotto attacco

La Foreign Press Association (FPA) e Reporters Senza Frontiere avevano già da tempo dichiarato che le forze armate israeliane prendono di mira deliberatamente i giornalisti incaricati di documentare manifestazioni o cortei.
Già precedentemente la FPA aveva condannato il fatto che alcuni giornalisti fossero stati oggetto di aggressioni durante la guerra di Gaza nel 2014, conflitto in cui almeno 17 giornalisti sono stati uccisi dagli israeliani.

Secondo quanto riportato da un documento del Centro  Palestinese per lo Sviluppo e per la Libertà di Stampa (MADA), il 2014 è stato l’anno in cui si è registrato il maggior numero di vittime tra i giornalisti impegnati tra la Cisgiordania e Gaza, nonché  il maggior numero di violazioni contro la libertà di stampa.

Il presidente del MADA, Ghazi Hanania, lo scorso marzo descrisse il 2014 come: “L’anno peggiore, il più sanguinoso e il più difficile per i giornalisti e la libertà di stampa in Palestina, per la natura delle violenze perpetrate contro i reporter e per il numero di crimini commessi, che sono aumentati fino ad un livello mai raggiunto in precedenza”.

Circa tre-quarti dei reati sono stati commessi dalle forze armate israeliane – 112 a Gaza e 239 in Cisgiordania – il resto dalle forze di sicurezza palestinesi.

Stando alle cifre, le violazioni commesse dai militari israeliani sarebbero aumentate del 132 percento rispetto al 2013, mentre per le forze di sicurezza palestinesi sia a Gaza che in Cisgiordania si stima una aumento del 46 percento.

Il direttore Generale del MADA, Mousa Rimawi, ha voluto sottolineare che le violazioni alla libertà di stampa da parte di Israele comprendessero: aggressioni, omicidi, lesioni, distruzione di equipaggiamenti, arresto dei giornalisti ed utilizzo degli stessi come scudi umani.

Traduzione di Mafalda insigne