I soldati israeliani le hanno dato da bere e poi le hanno sparato alla testa

1963581778PIC. Sotto il rumore dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, durante l’estate del 2014, un soldato israeliano ha avvicinato una signora palestinese anziana di 74 anni, Ghalya Abu-Rida, per offrirle un sorso d’acqua. Le ha dato l’acqua e ha fatto una foto con lei. Poi, le ha sparato un colpo alla testa da un metro di distanza per farle terminare la vita da martire dopo aver guardato scorrere il suo sangue fino alla morte.

Questo è come Ahmed Qdeh, un giornalista di Al-Aqsa TV, ha descritto la scena della quale è stato testimone durante la recente aggressione israeliana e della quale rammenta ancora i dettagli.

Il portavoce dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha condiviso la foto di un militare israeliano mentre tiene la bottiglia d’acqua e mentre aiuta la donna anziana che beve come esempio della “umanità” dell’esercito israeliano nei confronti dei civili della Striscia di Gaza.

Le esecuzioni sul campo sono tra le storie che Qdeh ha riportato durante l’aggressione israeliana sulla Striscia di Gaza. Ha raccontato: “Ghalya Ahmad Abu-Rida viveva nella zona di Khuza’, nella parte orientale di Khan Younis. Io vivo in questa stessa area, e ho effettuato un servizio televisivo sulla sua storia dopo che i soldati israeliani l’avevano giustiziata durante l’aggressione”.

“Durante l’aggressione, un militare israeliano si è avvicinato all’anziana Abu-Rida ed un altro militare gli ha fatto una foto mentre gli porgeva l’acqua. Poi l’hanno giustiziata sparandole alla testa da un metro di distanza e l’hanno lasciata sanguinare fino a quando è morta”, ha aggiunto.

Ghalya Abu-Rida era nata nel 1941. Viveva da sola in una camera, vicino alle case dei suoi fratelli, nel quartiere Abu-Rida, nella zona di Khuza’. Non aveva figli. Il suo quartiere è stato uno dei primi luoghi invasi dall’esercito israeliano durante l’aggressione.

Esecuzione sul campo

Majed Abu-Rida, il nipote di Ghalya, ha confermato ai media che sua zia soffriva di disturbi alla vista e riusciva a vedere con molta fatica. Ha riferito che l’esercito israeliano, che parla falsamente di “umanità”, ha giustiziato sua zia a sangue freddo.

L’anziana Ghalya, col corpo indebolito e capelli bianchi, ha rifiutato di lasciare la sua casa dopo che l’esercito israeliano aveva minacciato i residenti di Khuza’ perché se ne andassero. Lei riteneva che la sua vecchia età l’avrebbe protetta dall’essere considerata un bersaglio, così era rimasta nella sua casa ed aveva rifiutato di unirsi alla maggioranza dei residenti che avevano lasciato l’area all’inizio dell’invasione.

Il 3 agosto 2014, le forze israeliano annunciarono una tregua e permisero al personale medico di raggiungere la zona di Khuza’. Ghalya è stata trovata morta dissanguata poiché le avevano sparato alla testa vicino alla sua casa. Suo fratello ha confermato che la foto condivisa dall’esercito israeliano aveva fatto credere alla famiglia che Ghalya fosse nelle mani dell’esercito israeliano. La famiglia riteneva anche che la zona nella quale compariva Ghalya durante la foto e nella quale è stata trovata confermava che le forze israeliane la avevano uccisa dopo aver fatto la foto per i media.

Disinformazione

Il docente di comunicazione mediatica all’università di Gaza, Ahmad Al-Farra, ritiene che “la foto che il portavoce dell’esercito israeliano ha condiviso è una propaganda di disinformazione per presentare un ritratto umano dei suoi militari. Essa, invece, può aumentare l’opportunità di perseguire i soldati israeliani come criminali di guerra davanti alla Corte Criminale Internazionale”.

“Questa foto prova la confusione del portavoce dell’esercito israeliano nella difesa del suo esercito. Essa prova che essi hanno ucciso civili.

“L’occupazione israeliana mente e disinforma nel tentativo di influenzare l’opinione pubblica internazionale. Essa sfrutta le carenze dei media arabi e della diplomazia palestinese nel mostrare i crimini dell’occupazione israeliana”.

Egli ha lanciato l’appello per una grande campagna di denuncia di questi avvenimenti in modo da dimostrare le falsità e le falsificazioni di Israele.

Al-Farra ha asserito la necessità di una campagna dei media che stia fianco a fianco con le battaglie sul campo per correggere la falsa immagine che Israele presenta a proposito del suo esercito e l’immagine della resistenza.

Il Palestinian Information Center intende puntualizzare che pubblicare la foto di Ghalya Abu-Rida mentre un soldato israeliano le porge da bere dell’acqua prima di ucciderla a sangue freddo è la prova che la sua morte corrisponde ai racconti che testimoni hanno riferito a proposito delle esecuzioni sul campo di civili da parte dell’esercito di Israele. Questo smentisce la propaganda disinformatrice di Israele secondo la quale le vittime civili palestinesi sono state uccise solo per errore.

Durante i 51 giorni di aggressione, le forze di occupazione israeliana hanno massacrato brutalmente 2200 Palestinesi, la maggior parte dei quali erano civili.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi