Soldato israeliano condannato a soli 18 mesi di carcere per l’omicidio di un palestinese

Gerusalemme occupata-Quds Press, PIC. Elor Azaria, un soldato israeliano incarcerato per aver ucciso un manifestante palestinese steso al suolo, è stato condannato da una corte d’appello israeliana a 18 mesi di reclusione.

I giudici hanno rifiutato le argomentazioni e le nuove informazioni della difesa relative alla richiesta di annullare l’incarcerazione, dichiarando nella sentenza che le maniere di Azaria “erano più adeguate a una sparatoria che alla scena di un attacco terroristico”. I giudici hanno inoltre evidenziato che Azaria non ha mai espresso rimorso per le proprie azioni.

Il 24 marzo 2016 Azaria aveva ucciso il palestinese Abdel Fattah al-Sharif, durante un presunto accoltellamento anti-occupazione a Hebron, sud della Cisgiordania. Gli aveva sparato alla testa mentre questi giaceva al suolo. La ONG B’Tselem aveva ripreso il fatto in un video.

Azaria era stato arrestato lo stesso giorno e condannato quasi un mese dopo. L’autopsia aveva mostrato che i proiettili di Azaria avevano ucciso Sharif.

In seguito al verdetto della corte d’appello, numerosi ministri israeliani hanno lanciato appelli per il perdono di Azaria, fra cui il ministro dell’Esercito Avigdor Lieberman, dell’Educazione Naftali Bennett, e dello Sport e della Cultura Miri Regev.

Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sostenuto il perdono di Azaria, come aveva già fatto in seguito al verdetto originale.

Nella sua sentenza, la corte d’appello ha respinto la testimonianza di Azaria come non affidabile e ha dichiarato che aveva sparato al palestinese spinto da un desiderio di vendetta.

La condanna del soldato non ha sedato la rabbia dei palestinesi riguardo al caso, in quanto secondo molti 18 mesi di reclusione sono assai meno della pena minima obbligatoria per i palestinesi che lanciano pietre.

Traduzione di F.G.