Soldato israeliano ucciso accidentalmente nello scontro a fuoco con un presunto attentatore palestinese

Betlemme-Ma’an. Mercoledì, i militari israeliani hanno ucciso accidentalmente un soldato israeliano quando hanno aperto il fuoco e ferito un palestinese che pensavano stesse cercando di attuare un attacco con arma bianca vicino all’insediamento israeliano di Gush Etzion, a sud di Betlemme.

Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che i militari hanno aperto il fuoco sul palestinese dopo che costui aveva cercato di colpire con un’arma bianca. Hanno colpito sia il palestinese che il capitano dell’aviazione israeliano che si trovava lì accanto.

Sia il soldato che il palestinese sono stati portati all’ospedale di Shaare Zedek a Gerusalemme.

Il soldato, ferito al petto, è stato portato d’urgenza al pronto soccorso, ma è stato dichiarato morto poco dopo, come riferito da un portavoce dell’ospedale.

Il palestinese, nel frattempo, veniva operato nello stesso pronto soccorso.

L’uomo è stato identificato come Mamdou Yousef Mahmoud Amro, un insegnante 26enne di Hebron. Un portavoce dell’esercito israeliano ha invece identificato il soldato come Eliav Gelman, 30 anni.

Il sito di notizie israeliano Haaretz inizialmente ha riportato che i due feriti potevano essere stati colpiti da un colono israeliano armato, sebbene la notizia non sia stata immediatamente confermata.

Più di 170 palestinesi sono stati uccisi dai militari israeliani e dai coloni da ottobre. Israele riporta che la maggior parte di loro sono stati colpiti mentre tentavano di portare a termine attentati, sebbene le associazioni internazionali per i diritti umani abbiano, in molti casi, contestato questa versione degli eventi.

Gli attentatidove, invece, il più delle volte i palestinesi erano armati solo di coltelli, hanno ucciso pressappoco 30 israeliani.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha detto il mese scorso che è nell’animo del popolo palestinese reagire violentemente a Israele dopo quasi 50 anni di occupazione militare, sottolineando l’urgenza di un cambiamento delle politiche israeliane nei territori palestinesi occupati.

Traduzione di Marta Bettenzoli