Solo una minoranza in Israele vivrebbe a fianco dei palestinesi

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Il gruppo “Coalizione contro il razzismo” ha rilevato un crescente fenomeno di razzismo in Israele (Territori palestinesi occupati nel ’48) contro i palestinesi, ma genericamente emergente dalla separazione tra comunità.

I dati elaborati dalla Coalizione:
– il 5,2% degli israeliani intervistati ha dichiarato di essere disposto a vivere affianco dei palestinesi
– il 2,3% preferirebbe un vicino tra i rifugiati provenienti dall’Africa
– il 56% preferirebbe vivere tra la comunità dall’ex Unione Sovietica
– 36,5% vivrebbe con gli etiopi.

Il sondaggio è stato condotto sia tra ebrei di origine orientale sia occidentale.

Il 60% degli ebrei osservanti ha dichiarato di preferire vivere in vicinato con etiopi, l’1% con i palestinesi, il 2% con i rifugiati.
Tra la componente israeliana laica è emersa una preferenza a vivere con la popolazione di origine russa.

Quando è stato chiesto loro espressamente: “Sareste disposti a vivere in una casa adiacente a quella di un palestinese?”, solo il 24% ha risposto affermativamente; il 32% tra i laici, mentre viene descritto in termini di “irrilevanza” il dato positivo espresso dai religiosi.

Sull’istruzione: gli intervistati hanno mostrato un’inclinazione ad esprimersi sulle comunità di rifugiati (da Eritrea e Sudan). Per il 58,9% degli israeliani, i figli dei rifugiati non avrebbero diritto all’istruzione, mentre il 41,1% si è pronunciato a favore di una sua garanzia.

Quando è stato chiesto: “Quale crede sia il motivo della bassa presenza di insegnanti di origine etiope?”, hanno risposto: “Esistenza di razzismo”, per un 34,4%, mentre “Scarso livello di istruzione tra la comunità etiope” per il 30%.

Ma nel proprio elaborato, la Coalizione espone l’esistenza di un razzismo celato tra gli ebrei sefarditi, di orgini orientale, e gli ashkenaziti, di provenienza occidentale, con una separazione evidente proprio nel campo dell’istruzione.