Sondaggio israeliano rileva che la maggioranza sarebbe favorevole a politiche di “apartheid”

The Guardian.  Due terzi ritengono che i palestinesi non dovrebbero avere diritto di voto in caso di annessione della Cisgiordania e tre su quattro sono a favore di strade etnicamente separate.

Di Harriet Sherwood.

Secondo un sondaggio riferito da Haaretz, più di due terzi di ebrei israeliani ritiene che, in caso di annessione della West Bank da parte di Israele, ai 2 milioni e mezzo di palestinesi andrebbe negato il diritto di voto, approvando di fatto uno stato di apartheid.

Il sondaggio dimostra inoltre che tre ebrei israeliani su quattro sono a favore di strade separate per israeliani e palestinesi in Cisgiordania, e che il 58% considera che Israele sta già praticando l’apartheid nei confronti dei palestinesi.

Un terzo vuole che agli arabi israeliani sia negato il diritto di voto alle elezioni del Parlamento del Paese, circa 6 su 10 ritengono che agli ebrei dovrebbe essere accordata preferenza, rispetto agli arabi, in caso di assunzioni statali, il 49% dice che i cittadini ebrei dovrebbero essere trattati meglio degli arabi, il 42% non vorrebbe vivere in condomini in cui fossero presenti degli arabi e la stessa percentuale non iscriverebbe i propri figli in scuole frequentate da bambini arabi.

Un commento di Gideon Levy, che ha accompagnato la pubblicazione del sondaggio, ne ha descritto i risultati come “inquietanti”. “Gli israeliani… si definiscono manifestamente, senza vergogna e senza sensi di colpa, nazionalisti razzisti”.

“La maggior parte degli israeliani dice che è bello vivere in questo Paese, non nonostante il razzismo, ma forse proprio per questo. Se un sondaggio del genere avesse riguardato l’attitudine nei confronti degli ebrei in un Paese europeo, Israele avrebbe sollevato un polverone. Ma quando si tratta di noi, le regole non si applicano”.

L’indagine è stata condotta da un’agenzia di sondaggi, la Dialog, che ha intervistato 503 persone su una popolazione di quasi 6 milioni di ebrei israeliani.

Nei mesi scorsi si è molto parlato della possibile annessione della Cisgiordania, o dei maggiori insediamenti posti al suo interno, dopo che le aspettative di una soluzione negoziata del conflitto sono affondate a un minimo storico. L’ex-ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha recentemente appoggiato l’annessione della terra che si trova tra la Linea verde, riconosciuta a livello internazionale, e la barriera di separazione costruita da Israele.

I risultati del sondaggio rafforzeranno le proteste dei cittadini arabi israeliani, che costituiscono il 20% della popolazione e che si considerano oggetto di discriminazione razziale. Quasi la metà dei sottoposti al sondaggio ritiene che gli arabi israeliani dovrebbero essere trasferiti all’Autorità Palestinese, e un terzo considera che le città arabe in Israele andrebbero affidate alla giurisdizione dell’Autorità Palestinese, in uno scambio con gli insediamenti ebraici della Cisgiordania.

Secondo il rapporto di Haaretz il sondaggio rivela che le opinioni più estreme sugli arabi appartengono agli ebrei ultra-ortodossi, che per il 70% sostengono il divieto legale di diritto di voto e per il 95% appoggiano la discriminazione degli arabi sul posto di lavoro.

Traduzione per InfoPal a cura di Stefano Di Felice