
InfoPal. Di Angela Lano. Da tutta questa immane tragedia emergono dei punti positivi. Proviamo a elencarli:
1) Israele ha perso totalmente e definitivamente la maschera, rivelando, oltre ogni ragionevole dubbio, la sua reale natura coloniale, genocida, suprematista, razzista e diremo pure in nazi-style. E così i suoi politici, diplomatici, pensatori, giornalisti, coloni e gran parte della popolazione.
Chi ancora lo sostiene è parte di quella natura feroce e de-umanizzata (e de-animizzata) o fa parte della Cupola mafiosa che ammorba il mondo. Oppure…
2) Molte delle persone che anche solo fino a un mese fa erano più filo-israeliane che filo-palestinesi, ora sono dalla parte dei Palestinesi. Li si vede dovunque: nelle oceaniche manifestazioni, nei social, nelle chiacchiere tra amici…
3) L’Occidente corrotto, colonizzatore, suprematista, guerrafondaio ha gettato definitivamente una maschera che aveva già quasi del tutto perso perlomeno negli ultimi 22 anni (dalle Torri Gemelle, passando per le guerre di rapina in Medio Oriente e Africa tutta, per le primavere arabe farlocche, per la recente guerra biologica e connessi, per la guerra NATO contro la Russia per interposta Ucraina, ecc.). Ora il Re è nudo in tutto il suo volgare squallore genocida e sostenitore di razzisti, islamofobici genocidi e infanticidi. Che questo Mostro dalle tante teste sia alla fine è sempre più chiaro, e non potrebbe che essere così.
I popoli, le persone libere del mondo stanno dicendo “Basta!” a pulizie etniche, barbarie di ogni tipo, rapine di risorse, macellerie di umani. Questa antica e dura a morire Élite globale guerrafondaia, radicata su credo e ideologia suprematista e genocida sarà neutralizzata.
4) Non sono solo più gli storici, gli studiosi e gli archeologi eretici a dire che la storia antica del cosiddetto Israele/popolo di Israele affonda in abissali menzogne, mistificazioni e manipolazioni. Piano piano si sta diffondendo una certa consapevolezza sulla necessità di cambiare la narrazione ufficiale.
5) I progressisti liberal hanno perso totalmente la maschera: il loro distinguere il “palestinese buono” dal “palestinese cattivo” (quello, cioè, che lotta per la liberazione della Palestina con tutti i mezzi che l’ONU stessa gli riconosce) rivela il loro razzismo e suprematismo occidentocentrico che prevede che un popolo oppresso debba chiedere prima il loro parere e la loro autorizzazione per difendersi.
6) Ci troviamo all’interno, e in modo drammatico e traumatico, di un radicale cambiamento di paradigma: siamo in pieno e reale processo di decolonizzazione globale e i Palestinesi, coraggioso popolo resistente, sono l’avanguardia di un’umanità che vuole vivere, non sopravvivere; che vuole camminare a testa alta, non essere schiava e oppressa; essere libera e non bastonata, umiliata, repressa, decimata.