Statistica: l’occupazione ha distrutto 567 abitazioni palestinesi durante gli ultimi negoziati

10320478_10152808133920760_2013262895214328814_nRamallah-Quds Press.  Fonti sui Diritti Umani hanno rivelato come durante le ultime trattative, svolte sotto il patrocinio americano con la promessa della creazione di uno Stato palestinese, le autorità dell’occupazione israeliana si siano dedicate con particolare intensità alle attività di confisca territoriale, di sradicamento di alberi e trasferimento forzato a detrimento dei civili palestinesi.

Secondo quanto dichiarato il 16 maggio dal Dipartimento per la ricerca sul territorio, subordinato alla “Società Araba per la Ricerca”, le autorità di occupazione, durante i nove mesi di negoziati, hanno proceduto alla demolizione di 567 abitazioni e stabilimenti palestinesi, confiscando inoltre più di 14 mila dunum di terra (corrispondenti a circa 1400 ettari), la maggior parte dei quali è stata poi assegnata ufficialmente alle società ebraiche che si occupano di attività d’insediamento.

La statistica sottolinea, inoltre, come, durante lo svolgimento delle trattative, il governo dell’occupazione abbia annunciato ben 46 progetti d’insediamento: un numero che risulta essere quattro volte superiore a quello dei piani presentati nel periodo immediatamente precedente i negoziati.

La dichiarazione poi sottolinea come l’occupazione è determinata a estendere le proprie attività di colonizzazione nel cuore dei territori destinati allo Stato palestinese: il 73 percento dei progetti d’insediamento hanno trovato realizzazione in Cisgiordania e nella valle del Giordano, penetrandovi in profondità.  Il restante 27 percento si è concentrato nelle aree palestinesi a ridosso del muro di separazione.

La statistica ha aggiunto infine che “il gran numero di attacchi sferrati dall’esercito d’occupazione e dalle orde di coloni israeliani contro i palestinesi durante il periodo degli ultimi negoziati non ha risparmiato nemmeno i luoghi di culto della Città Santa”, sottolineando che “tali aggressioni denotano una chiara marca razzista e rappresentano un’evidente violazione del diritto internazionale”.