Stop the Wall. Giornata internazionale per l'abbattimento del Muro dell'Apartheid.

 9 NOVEMBRE 2007: GIORNATA INTERNAZIONALE

STOP THE WALL

PER L’ABBATTIMENTO DEL MURO ILLEGALMENTE COSTRUITO DA ISRAELE IN TERRITORIO PALESTINESE.

Venerdì, 9 novembre, in numerose città europee, statunitensi, del Medio Oriente e delle altre parti del mondo, avranno luogo manifestazioni che, pur con diverse modalità, si proporranno di ricordare all’opinione pubblica che il “muro” israeliano continua ad allungarsi all’interno dei Territori Palestinesi Occupati, con tutto il corollario di tragiche conseguenze che tale fatto porta con sé.

 

Nonostante la guerra del 1967, con la quale Israele occupò la Cisgiordania, la Striscia di Gaza, le Alture del Golan siriano, oltre a territori del sud del Libano, e la Gerusalemme araba – trasformata poco dopo arbitrariamente ed illegalmente in capitale dello stato ebraico – per le Nazioni Unite la linea armistiziale precedente questi avvenimenti, detta Linea Verde, era ed è rimasta ufficialmente la linea di demarcazione tra Israele e quello che avrebbe dovuto divenire lo Stato di Palestina.

 

Ciò nonostante, dopo il ‘67, il movimento sionista di sinistra,  al governo in Israele, aveva favorito il consolidamento dell’occupazione delle terre palestinesi con l’insediamento di basi militari e civili, trasformate poi in colonie, la cui sicurezza, consolidamento ed ampliamento, avrebbero comportato automaticamente  la realizzazione di successive strutture difensive.

E’ così che prese sostanza e vigore la lontana idea del “terrorista” Jabotinsky: di edificare un “muro di ferro” che venisse a creare una soluzione irreversibile di annessione delle terre palestinesi allo stato ebraico e l’espulsione della popolazione autoctona ineliminabile.

 

L’occasione venne offerta dall’esplosione della seconda Intifada, proditoriamente provocata dalla ormai famosa “passeggiata di Ariel Sharon sulla spianata delle Moschee” e dalla successiva repressione militare israeliana denominata ”Operazione Scudo Difensivo”.

Approfittando dell’alibi della ovvia resistenza del popolo palestinese, che era giunta fino a spargere terrore in Israele, il governo ebraico mise in atto i progetti già studiati in precedenza ed avviò la costruzione del “muro”, che, ipocritamente chiamò di “sicurezza”, ma che si evidenziò sempre più essere in realtà  solo un “muro” di appropriazione, di oppressione e  di Apartheid.

 

Le continue ed evidenti violazioni dei diritti umanitari da parte di Israele, ripetutamente denunciate sia da organizzazioni internazionali, laiche e religiose, che da movimenti israeliani per la giustizia e la convivenza pacifica, non vennero mai prese in considerazione dalle istituzioni internazionali, che optarono per la formula pilatesca della “equidistanza”.

 

Neppure il decisivo giudizio espresso dalla  Alta Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, che, il 9 luglio 2004, aveva definito all’unanimità, l’illegalità della costruzione del “muro” fatto da Israele nei Territori Palestinesi e ne raccomandava l’abbattimento, venne preso in considerazione. Ancor meno ebbe seguito il giudizio dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che, il 20 luglio 2004, ratificò le valutazioni appena espresse dal tribunale dell’Aja.

 

Non stiamo a ripetere ciò che di estremamente drammatico sta  accadendo in Palestina ad opera del “Muro”, perché è già stato detto innumerevoli volte. Vogliamo solo ricordare che la nostra responsabilità per il non esserci opposti al graduale e progressivo “genocidio” del popolo palestinese, non può essere rimossa solo perché politicamente “scomoda” e non adeguata alla fuorviante ideologia della “lotta al terrorismo”.

 

Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus Firenze

www.amiciziaitalo-palestinese.org

email: amiciziaitalo-palestinese@aruba.it

 

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