Ramallah-Quds Press. Il team di ingegneria del Consiglio economico palestinese per lo Sviluppo e la Ricostruzione “Bakdar”, ha rilevato che l’offensiva israeliana alla Striscia di Gaza durata cinque settimane (e ripresa martedì 19 agosto, ndr) si è lasciata alle spalle circa 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti inerti, come le macerie degli edifici pubblici e privati distrutti dalla macchina da guerra israeliana.
Il direttore della sezione di “Bakdar” di Gaza, l’ingegnere Muhammd al-Najjar, ha dichirato, in un rapporto elaborato dal Comitato statistico, che, secondo il Consiglio degli Ingegneri di Gaza, “le stime indicano una quantità enorme di detriti, la cui rimozione richiede uno sforzo immane e disponibilità immense”.
In un comunicato stampa datato 18 agosto, al-Najjar ha aggiunto che l’operazione di smaltimento necessita di un enorme budget, e che c’è bisogno, da ora in poi, di progettare e proporre idee creative su come affrontare questo problema.
In questo contesto, la relazione propone diversi modi per risolvere la questione delle macerie, come l‘idea di frantumarle e riciclarle come materiale di costruzione preliminare e di utilizzarle per usi diversi, come la costruzione delle fondamenta delle strade.
La relazione suggerisce inoltre l’uso della grande massa di detriti delle vaste aree geografiche della Striscia per il riempimento di aree specifiche delle spiagge, per un risanamento della costa e la costruzione di lingue di terra e di barriere frangiflutti.
Al-Najjar sottolinea come la maggior parte dei detriti sia concentrata in luoghi specifici delle città e delle cittadine esposte al feroce bombardamento israeliano che ha causato la demolizione di vaste aree, a Beit Hanun e Beit Lahia a nord della Striscia, a Shuja‘hia e Khuza‘a a est, a Rafah a sud della Striscia.
Il rapporto chiarisce che l’entità delle macerie, stimata in base a calcoli di ingegneria, dipende dalla superficie degli edifici distrutti. Circa 8,8 mila unità abitative sono state rase al suolo, 7.9 mila unità sono state gravemente danneggiate, 39.000 unità hanno subito danni di media o lieve entità.
Sono state inoltre rase al suolo 81 moschee, mentre 150 altre moschee e molte chiese hanno subito danni in misura diversa. Sono state colpite 230 scuole e un certo numero di università, 350 impianti industriali, molte strutture agricole ed edifici pubblici.
Traduzione di Federica Pistono