Striscia di Gaza, a marzo il più alto tasso di aggressioni israeliane contro la popolazione

israel16n-1-webGaza – Pic. Il mese scorso è stato registrato il più alto tasso di aggressioni militari israeliane contro civili palestinesi nella Striscia di Gaza da novembre 2012. E’ quanto riferisce il report di marzo dell’Organizzazione per la Cooperazione islamica, riguardante lo stato umanitario nella Striscia.

Il report prosegue documentando la morte di tre palestinesi dopo che erano stati bersagliati dalle forze aeree israeliane, oltre a diversi attacchi aerei e finti raid su Gaza condotti per terrorizzare i cittadini.

 

Pescatori presi di mira

Secondo il report, 17 pescatori sono stati gravemente feriti, e altri lievemente, dopo che le cannoniere israeliane hanno aperto il fuoco su pescherecci palestinesi. Durante l’operazione altre barche sono state completamente distrutte.

Il mese scorso, le forze navali palestinesi hanno arrestato tre pescatori sulla costa ovest della Striscia di Gaza, confiscando le loro barche.

Fabbriche chiuse

Il report mensile fa luce sulle dure condizioni di vita nella Striscia di Gaza, dove l’80% delle fabbriche sono state chiuse, totalmente o in parte, a causa dell’embargo imposto per otto anni consecutivi sull’enclave costiera.

Le Autorità dell’occupazione israeliana (Ioa) hanno deliberatamente negato l’ingresso di diverse materie prime nella Striscia di Gaza, portando ad un grave collasso e ad una decrescita significativa nella produzione, e alla sospensione di diversi operai ed ingegneri attivi nel settore edilizio.

Oltre 100 fabbriche tessili sono state sospese a causa della crisi dei carburanti ed elettrica. Per questo motivo sono stati licenziati 1000 operai.

Crisi elettrica e valichi

A Rafah due giovani sorelle sono state uccise, mentre il padre e due fratelli sono stati feriti gravemente, per aver fatto ricorso alla luce delle candele durante i periodi di sospensione della corrente.

Per quanto riguarda la crisi dei valichi, il report dichiara che le autorità egiziane hanno chiuso il valico di Rafah per 50 giorni consecutivi, ad eccezione dei due giorni settimanali per permettere il solo passaggio dei pellegrini, causando l’intasamento del traffico da e per la Striscia di Gaza.

Secondo le autorità speciali della Striscia di Gaza, oltre 10 mila cittadini palestinesi si sono registrati per il passaggio, e questi numeri crescono costantemente.

Carenza di forniture mediche

Il report prosegue indicando che, a causa della chiusura quasi permanente del valico di Rafah, si sono esaurite forniture mediche essenziali e 145 medicinali. Negli ospedali egiziani sono stati negati i trattamenti medici a circa 450 malati.

La chiusura del valico di Rafah ha ostacolato a lungo molte visite e delegazioni di solidarietà verso la Striscia. A causa dell’embargo e della chiusura del valico da parte delle autorità egiziane per oltre nove mesi senza interruzioni, tre malati sono morti.

Delegazioni di solidarietà

Una delegazione malese composta da sei membri è riuscita a condurre una visita d’ispezione nella Striscia per valutare la situazione umanitaria, mentre le autorità egiziane hanno negato l’accesso alla Striscia a una delegazione della Commissione Consultiva delle istituzioni islamiche malesi.

Traduzione di Elisa Proserpio