Striscia di Gaza: diverse zone a rischio di allagamento per l’acqua di scarico

 

Gaza – Infopal. Il presidente del Comitato Popolare contro l’assedio, l’on. Jamal al-Khudari, ha messo in guardia da una crisi sanitaria che l’inquinamento dell’acqua potabile potrebbe provocare nella Striscia di Gaza. Tale inquinamento è dovuto al blocco imposto al rifornimento di cloro, utilizzato per disinfettare l’acqua.

Al-Khudari, in una sua dichiarazione, ha riferito che la Striscia di Gaza necessita di 60 metri cubi di cloro al mese e che questa sostanza è attualmente esaurita, ragion per cui, nel giro di due settimane, in nessuno dei pozzi dell’area potrà esserne garantita l’iniezione. Secondo al-Khudari, ciò porterà di sicuro a una crisi sanitaria e ambientale.

Il deputato ha inoltre riferito che i pozzi d’acqua funzionanti nella Striscia di Gaza sono 145, di cui 100 funzionano per il 60% del tempo, mentre 45 funzionano per l’80%; altri dieci sarebbero fermi per mancanza di corrente elettrica, di carburante e di pezzi di ricambio. Ha poi aggiunto che la Striscia di Gaza consuma normalmente 220 mila litri d’acqua, e che tale consumo è ora calato del 40%; la situazione è però più complicata nei palazzi alti, dove le pompe non riescono ad esercitare la pressione sufficiente a far salire l’acqua. 

L’ing. Al-Khudari ha precisato che la mancanza di elettricità, oltre ad impedire il funzionamento dei pozzi, rende inutilizzabili anche i depuratori, spiegando che 77 milioni di litri d’acqua di scarico vengono gettati nel mare senza essere stati depurati, con grave danno per l’ambiente.

Egli ha anche previsto che le pompe di scarico, a causa del carburante insufficiente, si potrebbero fermare nel giro di 48 ore, allagando le strade e sommergendo intere aree con l’acqua sporca.


Gaza – Infopal. Il presidente del Comitato Popolare contro l’assedio, l’on. Jamal al-Khudari, ha messo in guardia da una crisi sanitaria che l’inquinamento dell’acqua potabile potrebbe provocare nella Striscia di Gaza. Tale inquinamento è dovuto al blocco imposto al rifornimento di cloro, utilizzato per disinfettare l’acqua.

Al-Khudari, in una sua dichiarazione, ha riferito che la Striscia di Gaza necessita di 60 metri cubi di cloro al mese e che questa sostanza è attualmente esaurita, ragion per cui, nel giro di due settimane, in nessuno dei pozzi dell’area potrà esserne garantita l’iniezione. Secondo al-Khudari, ciò porterà di sicuro a una crisi sanitaria e ambientale.

Il deputato ha inoltre riferito che i pozzi d’acqua funzionanti nella Striscia di Gaza sono 145, di cui 100 funzionano per il 60% del tempo, mentre 45 funzionano per l’80%; altri dieci sarebbero fermi per mancanza di corrente elettrica, di carburante e di pezzi di ricambio. Ha poi aggiunto che la Striscia di Gaza consuma normalmente 220 mila litri d’acqua, e che tale consumo è ora calato del 40%; la situazione è però più complicata nei palazzi alti, dove le pompe non riescono ad esercitare la pressione sufficiente a far salire l’acqua. 

L’ing. Al-Khudari ha precisato che la mancanza di elettricità, oltre ad impedire il funzionamento dei pozzi, rende inutilizzabili anche i depuratori, spiegando che 77 milioni di litri d’acqua di scarico vengono gettati nel mare senza essere stati depurati, con grave danno per l’ambiente.

Egli ha anche previsto che le pompe di scarico, a causa del carburante insufficiente, si potrebbero fermare nel giro di 48 ore, allagando le strade e sommergendo intere aree con l’acqua sporca.

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