Striscia di Gaza, Israele continua a bombardare. 2090 morti in 50 giorni

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Gaza-InfoPal. Giovedì 21 agosto, 38 palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani contro la Striscia di Gaza.

Il bilancio di quasi due mesi di aggressioni israeliane sale dunque a circa 2.090 morti e a 10.500 feriti, di cui oltre 200 negli ultimi due giorni.

Settimane di negoziati indiretti, e mediati dall’Egitto, tra palestinesi e israeliani hanno portato soltanto a fragili tregue di cui Israele ha approfittato per farsi rifornire di armi dagli Usa, far riposare i soldati e richiamare i riservisti.

Gli obiettivi del genocidio di Gaza

Gli obiettivi di Israele nell’operazione “Protective Edge” sono sempre gli stessi: attaccare Hamas; distruggere il governo di coalizione nazionale palestinese faticosamente costruito dopo anni di conflitto interno e ogni possibilità di negoziato che conduca alla creazione di uno stato su territori-bantustan; continuare a controllare le i giacimenti di gas al largo delle coste di Gaza, cioè le fonti energetiche ed economiche del popolo di Palestina; utilizzare lo stock di armamenti che riceve dagli Usa e dall’Europa (le armi acquistate vanno usate, anche per far “girare” il mercato bellico); distruggere il tessuto sociale palestinese, uccidendo quante più persone possibile, ferendone a migliaia e rendendole invalide e orfane, con enormi costi umani e sociali.

Secondo i dati forniti dal Coordinamento degli Affari umanitari dell’Onu, giovedì, 435 mila palestinesi si sono rifugiati nelle strutture delle Nazioni Unite. 100 mila sono attualmente senza tetto, in quanto i bombardamenti israeliani hanno distrutto le loro abitazioni.

L’UNOCHA ha affermato che dei circa 3000 bambini feriti in oltre cinque settimane di bombardamenti, 1000 sono diventati disabili, 1500 orfani (con uno o entrambi genitori uccisi dagli attacchi israeliani), 373 mila bisognosi di aiuto psicologico specialistico.

Ovviamente, visto che le aggressioni israeliane continuano, tali dati sono soggetti a notevole alterazione.

Nel frattempo, l’hasbara israeliana lavora intensamente per manipolare le informazioni, facendo credere che la fine della tregua sia stata provocata dai razzi palestinesi, quando ciò non corrispondente al vero: è Israele che ha ripreso i bombardamenti e la resistenza, in risposta, il lancio di razzi.

Lo stato sionista, infatti, non ha accettato le richieste palestinesi e ha ritirato la propria delegazione dai colloqui in corso al Cairo.