Gaza-PIC e Quds Press. Un pescatore palestinese è stato ucciso a colpi di arma da fuoco e altri due sono rimasti feriti, domenica, quando le forze navali israeliane hanno aperto il fuoco su una barca da pesca, al largo delle coste di al-Sudaniyah, nel nord della città di Gaza.
Il capo dell’Unione dei pescatori di Gaza, Nizar Ayyash, ha dichiarato che a bordo della barca c’erano tre pescatori, uno dei quali è stato ucciso e gli altri due sono stati arrestati nonostante fossero stati feriti gravemente.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha affermato che la barca aveva superato i limiti dell’area consentita per la pesca.
La marina e l’artiglieria israeliana aprono il fuoco sui pescatori palestinesi e sugli agricoltori che lavorano nelle fattorie lungo il confine, violando palesemente l’accordo di cessate il fuoco che è stato siglato dopo l’offensiva del 2014 sull’enclave di Gaza.
L’attuale zona di pesca di sei miglia nautiche, permessa da Israele, è drasticamente inferiore alle 20 miglia nautiche assegnate ai pescatori palestinesi negli accordi di Oslo del 1993.
Secondo il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR), tutti gli attacchi israeliani ai pescatori palestinesi si sono verificati entro le sei miglia nautiche, dimostrando che “le politiche israeliane mirano a esasperare le restrizioni sui pescatori della Striscia di Gaza e sui loro mezzi di sussistenza”.