Striscia di Gaza: “reddito” pro-capite più basso del mondo. Situazione disastrosa a causa dell’assedio

Gaza-PIC e Quds Press. Il direttore del Comitato popolare contro l’assedio di Gaza, il deputato Jamal al-Khudari, ha dichiarato domenica che il 2018 è stato il peggior anno dall’occupazione israeliana dell’enclave costiera, iniziata nel 1967.

Al-Khudari ha dichiarato alla stampa che la situazione economica e umanitaria nella Striscia di Gaza si sta deteriorando in un modo che non ha precedenti, con perdite economiche dirette e indirette superiori a 300 milioni di dollari nel 2018.

Al-Khudari ha spiegato che il 2018 è stato l’anno il più disastroso a Gaza, a causa del blocco israeliano che dura dal 2007 e della sofferenza senza fine risultante da tre devastanti aggressioni militari.

Centinaia di famiglie palestinesi stanno ancora soffrendo in quanto le loro case, che sono state distrutte durante l’aggressione del 2014, non sono ancora state ricostruite.

Israele ha imposto un divieto all’ingresso di centinaia di tipi di merci e materie prime necessarie per l’industria nella Striscia di Gaza. Circa il 90% delle fabbriche di Gaza sono state gravemente colpite, lasciando circa 300.000 lavoratori disoccupati.

Secondo il parlamentare palestinese, sono migliaia i laureati disoccupati: il tasso di disoccupazione tra i giovani a Gaza è salito al 65%.

Ha sottolineato che il reddito giornaliero pro capite di Gaza, quando esiste, è inferiore a 2 dollari, il più basso del mondo, mentre l’85% dei palestinesi a Gaza vive al di sotto della soglia di povertà.

Al-Khudari ha rivolto un appello a tutte le organizzazioni arabe, musulmane e internazionali per fare pressioni su Israele, nel 2019, affinché rispetti le disposizioni delle Nazioni Unite, le quattro Convenzioni di Ginevra e la Dichiarazione universale dei diritti umani, che criminalizzano l’assedio e la punizione collettiva.

Ha chiesto di aumentare il sostegno finanziario per progetti umanitari e per creare posti di lavoro nella Striscia di Gaza, che migliorerebbero anche i servizi offerti alle famiglie nei settori della sanità, dell’istruzione e delle infrastrutture.