‘Su questa terra’, di M. Darwish.

Riceviamo dall’Associazione Zaatar e pubblichiamo

Il poeta palestinese Mahmoud Darwish è deceduto dopo un intervento chirurgico all’età di 67 anni. Darwish è stata una delle più grandi voci della poesia palestinese nel mondo, con le sue parole è riuscito a portare l’attenzione del modno sulla sofferenza del popolo palestinese e della sua causa.

Durante il 2007, ha denunciato le violenze di Gaza tra Hamas e Fatah, definendolo un “pubblico tentativo di suicidio nelle strade”.  

Con la sua morte si perde uno dei poeti più grandi del nostro secolo e al contempo, una voce importante per tutti palestinesi del mondo.

Ci rimangono i suoi versi eterni.

 Associazione “Zaatar”

 Su questa terra 

Hanno diritto su questa terra alla vita: il dubbio d’aprile, il profumo del pane all’alba, le idee di una donna sugli uomini, le opere di Eschilo, il dischiudersi dell’amore, un erba su una pietra, madri in piedi sul filo del flauto, la paura di ricordare negli invasori.

Hanno diritto su questa terra alla vita: la fine di settembre, una signora quasi quarantenne in tutto il suo fulgore, l’ora di sole in prigione, nuvole che imitano uno stormo di creature, le acclamazioni di un popolo a coloro che sorridono alla morte, la paura dei canti negli oppressori.

Su questa terra a diritto alla vita, su questa terra, signora alla terra, la madre dei principi, la madre delle fini. Si chiamava Palestina si chiamava Palestina. Mia signora ho diritto, che sei mia signora, ho diritto alla vita.

Potete legarmi mani e piedi

Togliermi il quaderno e le sigarette

Riempirmi la bocca di terra:

la poesia è sangue del mio cuore vivo

sale del mio pane, luce nei miei occhi.

Sarà scritta con le unghie, lo sguardo e il ferro,

la canterò nella cella mia prigione,

al bagno

nella stalla

sotto la sferza

tra i ceppi

nello spasimo delle catene.

Ho dentro di me un milione di usignoli

Per cantare la mia canzone di lotta

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