Sudafrica: petizione accademica contro l'Università di Ben-Gurion

Betlemme – Maan. Il consiglio studentesco dell'università di Johannesburg si riunirà domani per decidere se terminare un accordo di collaborazione con l'università israeliana di Ben-Gurion, nel Negev.

L'accordo consiste in un progetto di ricerca congiunto, che punta a risolvere i problemi di contaminazione dell'acqua in una riserva vicino a Johannesburg. L'università di Ben-Gurion sostiene che la propria esperienza con le infrastrutture idriche nel deserto sarebbe di aiuto ai sudafricani.

Tuttavia, 200 dei maggiori studiosi e professori accademici del Paese hanno firmato una dichiarazione con la quale chiedevano la fine dell'accordo per “la collaborazione e il coinvolgimento diretti” della Ben-Gurion “con l'esercito israeliano e l'occupazione”.

L'università è stata accusata in passato di aver mantenuto stretti legami con il regime di occupazione nei Territori Palestinesi. Diverse ricerche sugli armamenti vengono ad esempio svolte a beneficio dell'esercito, programmi speciali vengono offerti ai piloti dell'aviazione, e sono anche disponibili delle borse di studio per i soldati in servizio.

In conseguenza della notizia, l'ateneo si è detto turbato dalla petizione accademica e ha smentito le accuse di abuso della libertà di ricerca, di violazione dei diritti umani e di complicità con un sistema di apartheid.

“Queste accuse, ed altre fatte nelle loro affermazioni, sono del tutto false e fondate sull'ignoranza e sul pregiudizio” ha dichiarato il portavoce universitario Faye Bittker.

Ricordando gli sforzi dell'università a sostegno delle minoranze, Bittker ha proseguito: “È grottesco che alla Ben-Gurion venga chiesto di difendersi contro accuse tanto assurde, mosse da atteggiamenti estremisti ed anti-israeliani”.

Nelson Mandela, ex presidente del Sudafrica, ricevette un diploma di dottorato honoris causa proprio da quest'università nel 1997.

In un suo discorso, riportato in una copia fornita dalla Ben-Gurion, Mandela lodò l'istituto in quanto “centro di eccellenza, rappresentativo delle migliori tradizioni del popolo ebraico: un senso di missione, d'internazionalismo e d'inventiva”.

Mandela non ha commentato la petizione, ma il suo ex compagno nella lotta contro l'apartheid, l'arcivescovo Desmond Tutu, l'ha approvata domenica in una lettera aperta inviata al Sunday Times of South Africa, nella quale esortava gli studenti di Johannesburg a “fare la cosa giusta, anche se non va di moda”.

“Le università israeliane – ha scritto Tutu – sono parte integrante del regime israeliano, per loro scelta. Mentre i palestinesi non sono in grado di accedere agli studi, accademici e non, gli atenei israeliani producono le ricerche, la tecnologia, le argomentazioni e i leader destinati al mantenimento dell'occupazione. La Ben-Gurion non fa eccezione [poiché] sostiene e facilita strutturalmente l'occupazione israeliana”.

La lettera di Tutu ha anche citato una nota dichiarazione di Mandela dello stesso anno 1997, secondo cui “la tentazione oggi è quella di parlare in toni smorzati su un argomento quale il diritto del popolo di Palestina ad avere un suo Stato”.

La petizione è stata firmata, tra gli altri, dai professori Breyten Breytenbach, John Dugard, Antjie Krog, Mahmood Mamdani, Kader Asmal, Allan Boesak e Barney Pityana, vice-rettore dell'Università del Sudafrica.

La decisione del consiglio studentesco verrà annunciata domani al campus di Soweto.

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