Sudafricani in sciopero della fame in solidarietà con i detenuti palestinesi

israeli_apartheid_2_by_latuff2Cape Town-WAFA. Lunedì 15 maggio alcuni cittadini sudafricani hanno messo in atto uno sciopero della fame di 24 ore in solidarietà con i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, che sono senza cibo da 28 giorni.

Il veterano della lotta contro l’apartheid Laloo Chiba, 86 anni, ha chiesto a tutti i sudafricani di partecipare allo sciopero della fame di 24 ore del 15 maggio per sostenere i prigionieri politici palestinesi.

Chiba, che ha già effettuato un altro sciopero della fame di 24 ore il 3 maggio scorso, ha incoraggiato “tutti gli individui che amano la libertà” a dare supporto alla campagna #DignityStrikeSA.

Molti ministri, tra i quali il ministro delle Comunicazioni Ayanda Dlodlo, il ministro della Sanità Aaron Motsoaledi, il vice-ministro alla Presidenza Sudafricana Buti Manamela, il vice-ministro per le Relazioni e per la Cooperazione Internazionale Nomaindia Mfeketo, il vice-ministro per l’Educazione di Base Enver Surty e l’ex-ministro per il Turismo Derek Hanekom, hanno confermato che risponderanno alla richiesta di azione e partecipazione allo sciopero della fame di solidarietà assieme ai comuni cittadini.

L’ex-vice ministro sudafricano per le Relazioni e per la Cooperazione Internazionale Nomaindia Mfeketo ha rilasciato questa dichiarazione per l’occasione: “E’ con il cuore pesante che io, insieme ad altri sudafricani di tutte le sfere della società, ci impegniamo in questo simbolico sciopero della fame di 24 ore per la campagna #DignityStrikeSA, per dare il nostro sostegno ai prigionieri politici palestinesi che stanno attuando lo sciopero della fame”.

Ha inoltre aggiunto: “Per molti di noi la solidarietà a questa campagna tocca direttamente da vicino a causa della nostra esperienza durante l’apartheid. Anche noi, come gli eroici Palestinesi, venivamo chiamati terroristi. Noi, come i Palestinesi, venivamo incarcerati. Noi, come i Palestinesi oggi, attuavamo scioperi della fame nelle nostre celle di detenzione per protestare contro le violazioni dei diritti umani dell’apartheid sudafricana”.

“Ed è proprio per la nostra stessa storia che io e tanti altri funzionari del governo, compreso il nostro vice-presidente ed i miei colleghi di gabinetto, ci siamo uniti a questa azione di solidarietà con i membri della società civile sudafricana. Io stesso sono stato detenuto negli anni ’80 e ho effettuato uno sciopero della fame per protestare contro la pratica dell’apartheid sudafricana in base alla quale eravamo detenuti senza processo, tra le altre cose. La prima volta avvenne quando fui arrestato il 7 gennaio 1987 e trattenuto per 9 mesi, e la seconda volta quando venni arrestato dall’agosto del 1988 fino a maggio 1989. Quando venni arrestato nel 1988 ero con mio figlio nato da appena 3 settimane. Il mio cuore e la mia forza sono con le madri dei miei compagni palestinesi”.

Altre persone che si sono impegnate a partecipare allo sciopero della fame sono gli ex-detenuti alle Robben Island Kehla Shubane e Mpho Masemola ed il Vice-Segretario Generale dell’ANC Jessie Duarte.

Personaggi della radio e della TV come Kuli Roberts, il presentatore televisivo Shaka Sisulu e la intrattenitrice Nina Hastie, e personaggi dei media come Kay Sexwale, Yusuf Abramjee, Bongani Mbindwane ed anche la giornalista Janet Smith hanno confermato la loro partecipazione.

Commentando a proposito dell’importanza di partecipare a questa azione di solidarietà, Chiba ha detto: “Come ex-detenuto alle Robben Island per 18 anni, e come detenuto politico negli anni ’80, ho intrapreso molte volte scioperi della fame contro le autorità penitenziarie durante l’apartheid. Oggi penso di essere obbligato a sostenere i Palestinesi che si trovano nella stessa situazione in cui noi eravamo durante tutti quegli anni”.

Senza preoccuparsi per la sua età e per i rischi di salute che potrebbe avere, Chiba è molto deciso a partecipare. “Noi dobbiamo garantire continuo supporto per la libertà e la dignità del popolo palestinese, così come numerosissime persone in tutto il mondo fecero per i sudafricani alzando le loro voci contro il brutale regime di apartheid. Sono convinto che coloro che sostengono la lotta palestinese siano disposti a sacrificare i loro pasti per 24 ore per risollevare il morale dei nostri compagni in Palestina, che sono senza cibo da quasi un mese”.

Chiba ritiene che mostrare la solidarietà a livello globale invierà un messaggio forte alle autorità israeliane, e cioè che i Palestinesi non sono soli nella loro lotta e che il sostegno dei Sudafricani non verrà meno fino a quando essi non raggiungano libertà e dignità.

Traduzione di Aisha T. Bravi