La Suprema Corte israeliana ha autorizzato la demolizione delle case di sospetti attentatori

10882300_10204807483560496_7877150118458863251_nMa’an. Mercoledì, la Corte Suprema israeliana ha rigettato l’appello contro la demolizione delle abitazioni di quattro Palestinesi di Gerusalemme Est che hanno attaccato israeliani negli ultimi mesi.

“Come consueto, Israele ha terminato il 2014 rigettando l’appello della famiglia al-Akkari e di quelle di altri martiri, basando la propria decisione sulla strategia del ministero della Difesa israeliano, secondo il quale gli ordini di demolizione devono essere eseguiti come deterrenza”, ha dichiarato l’avv. Midhat Dibah, che difende la famiglia al-Akkari.

Ha aggiunto che il ministro della Difesa ha chiesto alla Corte Suprema di cercare di minimizzare, attraverso ingegneri specializzati, l’impatto delle demolizioni sulle case adiacenti a quelle da abbattere.

Fonti dei diritti umani hanno riferito al reporter di Ma’an a Gerusalemme che la Corte Suprema ha approvato la decisione di demolire le case di Muhammad Jaabis, di Jabal al-Mukabbir, che è stato ucciso il 4 agosto 2014 dopo che, si suppone, abbia investito deliberatamente un autobus israeliano.

La Corte ha dato anche il via alla demolizione della casa di Udayy e Ghassan Abu Jamal, sempre di Jabal al-Mukabbir, colpiti a morte dopo aver attaccato fedeli in una sinagoga a Gerusalemme Ovest.

La Corte ha dato al ministero della Difesa israeliano 15 giorni di tempo per determinare se demolire o sigillare la casa di Motaz Hijazi, a Silwan, sobborgo di Gerusalemme.

Hijazi è stato colpito a morte nel suo appartamento di Silwan da soldati israeliani, ore dopo che, secondo quanto ritengono le autorità israeliane, il giovane aveva aperto il fuoco e ferito Yehuda Glick, un rabbino estremista di origini statunitensi noto per aver invocato la distruzione della moschea di al-Aqsa e la sua sostituzione con un tempio.

Appelli per conto delle famiglie, contro gli ordini di demolizione, sono stato sottoposti dal gruppo israeliano per i diritti umani HamoKed (Center for the Defense of the Individual).

(Foto: Fb Sulaiman Hijazi)