Svezia, il socialista Björn Alling rischia esclusione dal partito per la sua solidarietà con la Palestina

InfoPal. A cura di Lorenzo Poli. Il consiglio del partito del Partito della Sinistra (Vänsterpartiet) ha avviato un processo di espulsione contro il politico socialista Björn Alling dopo che aveva criticato la leader del partito, Nooshi Dadgostar, per le sue dichiarazioni sul conflitto nei Territori palestinesi occupati. Sabato scorso, Nooshi Dadgostar ha condannato gli attacchi di Hamas in Israele sia sulla Piattaforma X sia nel dibattito sulla leadership del partito.

“Terribile attacco di Hamas. I miei pensieri vanno a tutte le famiglie che hanno perso i propri cari. La violenza e gli attacchi devono finire. Condanno tutti i crimini contro i civili e contro il diritto internazionale”, ha scritto la leader, ma la cosa non è piaciuta a Björn Alling, consigliere comunale di Linköping per il Partito della Sinistra, che in un post su Facebook ha scritto: “Il nostro codardo leader del partito, Nooshi Dadgostar, ci sta mettendo in imbarazzo ancora una volta. Ora con la condanna unilaterale dei palestinesi. Deve dimettersi! (…) Questa guerra è stata iniziata ed è stata perpetuata dal vile stato terrorista di Israele. Questa è la base di tutta la sofferenza del paese. Israele come Stato deve essere abolito affinché si possa costruire una Palestina libera e democratica dal mare al fiume per tutti gli abitanti del paese, indipendentemente dal loro background”.

Ora il segretario del partito della Sinistra, Aron Etzler, ha dichiarato che il consiglio del Partito ha avviato una causa per escludere Björn Alling: “Il motivo per cui abbiamo avviato una causa di esclusione è che per molto tempo ha mostrato poco rispetto per i processi e le decisioni democratiche del partito. Ora, con le sue dichiarazioni sull’abolizione dello Stato di Israele, la situazione è diventata notizia nazionale e molto dannosa per il partito”, dice.

“Non mi pento di nulla”, ha affermato Alling, che si dice sorpreso e rattristato dalla decisione del consiglio del Partito. Secondo Alling, la sua citazione è stata presa da un forum di dibattito interno e decontestualizzata poiché la sua richiesta di porre fine a ogni violenza non è stata inclusa. “Sono membro del Partito della Sinistra da 25 anni. In questi 25 anni ho sempre lottato per la pace tra Palestina e Israele. Ho sempre chiesto la fine di ogni violenza contro i civili da parte di tutti i soggetti coinvolti e ho sempre sottolineato che l’occupazione israeliana è la base del conflitto”, ha dichiarato Alling, criticando la leader Dadgostar per non aver sollevato questo tema nelle sue dichiarazioni. “Questa critica sembra aver colpito la direzione del partito, che ora vuole escludermi. Oppure è la mia precedente critica a Nooshi per il suo tradimento sulle questioni ambientali e climatiche, che è quella critica che ora mi si ritorce contro, con la critica alla Palestina come scusa”, ha affermato Alling ritenendo che le critiche rivolte a lui siano ingiustificate e si batterà contro l’esclusione.

Il fatto che la leadership del Partito della Sinistra svedese stia abbandonando la solidarietà verso la Palestina, e critichi così aspramente chi invece oppone il suo sostegno, è una vera sconfitta per il movimento internazionalista per la solidarietà palestinese. 

Il 26 maggio 2021, durante l’Operazione Guardiani delle Mura – escalation militare israeliana che mise a ferro e fuoco Gaza – il Partito della Sinistra svedese fu tra i primi ad esprimere solidarietà decisa al popolo palestinese svelando il trucco della narrazione mediatica occidentale secondo cui era stata Hamas ad iniziare gli attacchi. Il Partito, nel suo comunicato stampa, spiegò come non si dovevano leggere i fatti a partire dalla reazione di Hamas, ma dai soprusi coloniali dell’IOF avvenuti qualche settimana prima: 

La situazione è culminata nel mese sacro del Ramadan, maggio 2021, quando coloni e polizia israeliani hanno attaccato, molestato e arrestato musulmani in preghiera nella moschea di Aláqsa, la moschea più sacra. L’idea alla base dei ripetuti attacchi è, alla fine, quella di demolire la Moschea di Al-Aqsa e costruire un tempio al suo posto.

Nel frattempo, la polizia israeliana ha aiutato i coloni ad attaccare e sfrattare i palestinesi dalle loro case in cui vivevano da generazioni a Sheikh Jarrah e Silwan, due quartieri di Gerusalemme Est. Questa è considerata pulizia etnica e una sorta di nuova Nakba per i palestinesi di Gerusalemme. I coloni affermano di aver acquistato la terra nel 19° secolo. Ai palestinesi che furono cacciati dalle loro case a Gerusalemme Ovest nel 1948 non è ancora consentito riprendersi le loro case e la loro terra nonostante abbiano documenti che ne dimostrano la proprietà.

I palestinesi in Israele, Cisgiordania e Gaza hanno mostrato solidarietà ai palestinesi di Gerusalemme dopo gli attacchi alla moschea di Al-Aqsa e a Sheikh Jarrah. L’organizzazione Hamas ha avvertito il governo israeliano che se gli attacchi a Gerusalemme non fossero cessati, sarebbe intervenuto. L’avvertimento non è stato ascoltato e Hamas ha lanciato razzi contro obiettivi israeliani. Le armi artigianali di Hamas e la sua limitata forza militare non possono essere paragonate all’avanzata potenza militare di Israele, nonostante in Occidente siano spesso equiparate tra loro. Israele ha risposto con intensi attacchi aerei contro case, ospedali, moschee e tutti i possibili obiettivi civili a Gaza, compreso un grattacielo dove hanno i loro uffici diverse società di media. Il numero dei palestinesi morti a Gaza a seguito dell’aggressione israeliana ammonta a oltre 200, tra cui più di 60 bambini e 40 donne e più di 5.000 feriti.

Ciò che voleva sottolineare è che non si possono decontestualizzare i fatti per ribaltare le dinamiche di oppresso ed oppressore a favore dell’oppressore. Il titolo del comunicato era “Occupazione israeliana, genocidio e apartheid in Palestina” in cui si affermava anche: 

“L’occupazione militare della Palestina da parte di Israele dura da 75 orribili anni. I palestinesi furono brutalmente espulsi dalla loro patria, dove avevano case, proprietà e terreni per generazioni. Oltre ai palestinesi che finirono in esilio e nei campi profughi nei paesi vicini, circa otto milioni di palestinesi vivono in tutto il paese sotto l’oppressione israeliana, l’apartheid e la pulizia etnica. L’economia, l’assistenza sanitaria e le condizioni sociali sono peggiorate. I palestinesi hanno perso la speranza nella pace e nella libertà e sentono che il mondo sostiene Israele e chiude un occhio sull’occupazione crudele e razzista. Le aggressioni quotidiane, gli arresti amministrativi, gli omicidi, la demolizione di case e scuole palestinesi e il vandalismo degli ulivi da parte dei coloni israeliani vanno contro tutto ciò che rappresentano i diritti umani. Il riconoscimento statunitense di Gerusalemme come capitale di Israele ha peggiorato ulteriormente la situazione dei palestinesi. (…) L’occupazione della Palestina è illegale e contraria a tutti gli accordi internazionali. Nonostante ciò, Israele è sempre sostenuto dalle maggiori potenze mondiali, principalmente dagli Stati Uniti, dall’UE, dalla NATO e recentemente da alcuni paesi arabi che gli Stati Uniti hanno costretto a normalizzare le loro relazioni con Israele. La tesi è che “bisogna permettere a Israele di difendersi”. Come può l’Occidente continuare a far valere il diritto dell’occupante a difendersi e allo stesso tempo condannare la resistenza all’occupazione? Non sembrava così quando la Francia e la Norvegia furono occupate dalla Germania nazista. I palestinesi hanno lottato a lungo e sofferto a causa dell’occupazione e della sua aggressione disumana. Adesso basta, è tempo che gli Stati Uniti, l’Unione Europea, la Svezia e il resto del mondo agiscano e segnalino chiaramente che i crimini di Israele in Palestina non sono accettati“.

Il comunicato finisce dicendo: “Prestiamo attenzione alla richiesta dei palestinesi di vivere in libertà nel loro paese. L’occupazione militare israeliana deve finire e ai profughi palestinesi deve essere concesso il diritto di ritornare alle loro case. La lotta palestinese per la libertà, la giustizia e l’indipendenza continua!”

Non si capisce oggi come mai si vuole espellere un membro militante del Partito solo per avere espresso quella che dovrebbe essere la coerente posizione del Partito. Che differenza c’è tra l’Operazione “Guardiani delle Mura” e l’Operazione “Spade di ferro”? 

Fonti: 

https://www.expressen.se/nyheter/kan-uteslutas-ur-v-jag-angrar-ingenting/

https://solna.vansterpartiet.se/israelisk-ockupation-folkmord-och-apartheid-i-palestina/