Tagli all’elettricità in un Ramadan d’estate. Il malcontento della popolazione di Gaza

Gaza – Speciale InfoPal. Ritorna nella Striscia di Gaza il problema dei tagli all'elettricità. Questa volta però, è ancora più difficile convivere con il disagio derivante dal caldo delle temperature estive che coincide con il mese di digiuno del Ramadan.

Il risentimento incontrato tra la popolazione è alto a Gaza dove tutti sono abbattuti da una vita sotto assedio, principale causa di fatti come quello che ha colpito il settore della distribuzione energetica di nuovo ieri, per 18 lunghe ore.

Le frequenti interruzioni di corrente hanno prodotto disagi nelle abitazioni con l'impossibilità di utilizzare gli elettrodomestici, mentre  la paralisi creata alle strutture ospedaliere è indicativa di una catastrofe, poiché non permette di provvedere ai trattamenti utili a salvare le vite umane, in particolare nei reparti pediatrici.

La collera dei cittadini verso la società elettrica. Per Ahmed 'Abdel al-'Al, impiegato statale, la compagnia di distribuzione elettrica “è buona solo a chiedere denaro ai cittadini, senza provvedere loro i servizi”.

Egli ha affermato: “Mensilmente, ci vengono dedotti dallo stipendio 50dollari per l'acquisto del carburante destinato alla compagnia elettrica e per i lavori di riparazione. Mi chiedo dov'è l'elettricità, e dove va a finire il nostro denaro?”

Oltre al disappunto, al-'Al non risparmia forti critiche quando afferma che “la società elettrica di Gaza è complice dell'assedio imposto dalle autorità d'occupazione israeliane.

“Contrariamente alle aspettative della gente durante il mese di Ramadan, i tagli sono più frequenti e sono convinto che si tratta di un atto deliberato”.

Non guarda la Tv. Nel descrivere lo stato dei cittadini, Muhassen Farajallah, casalinga di Gaza, parla di “condizione umiliante”: “La società elettrica taglia l'erogazione prima del pranzo, prima della colazione (o suhur) che in tempi di Ramdan anticipa l'alba fino a mezzogiorno”.

La donna non può cucinare e non guarda la Tv. Nel mese di digiuno, sono molto popolari le serie televisive. Inoltre, a causa di questo disagio, rinuncia a far visita ai parenti.

Insieme ai familiari, Muhassen è costretta a sedersi fuori casa, dove le temperature in estate sono alte con un altrettanto elevato tasso di umidità.

La morte di bambini nati prematuri. Dai disagi nelle abitazioni private alla minaccia di morte. Già ostacolati nell'esercizio della professione per via dell'assedio israeliano, il personale medico di Gaza denuncia: “I tagli di corrente limitano ulteriormente gli interventi chirurgici. La corrente elettrica è necessria anche solo per il funzionamento dei campanelli d'allarme, in particolare, nei casi di nascite premature per i quali in genere è richiesta una terapia intensiva”.

Per Adham Abu Salmiyah, portavoce dei servizi d'emergenza locali, “a fianco della mancanza di medicinali, anche questo è il motivo di frequenti decessi tra i neonati nelle incubatrici”.

Il responsabile palestinese ci ha spiegato che “nell'ospedale 'ash-Shifa', la struttura ospedaliera centrale nella Striscia di Gaza, vi sono dei generatori che possono affrontare le ore di interruzione dell'elettricità. Essendo l'unica ad avere i generatori, è anche la struttura che rifornisce il resto degli ospedali in casi di interruzione e pertanto, si limita la capacità (in termini di durata) dei generatori.

“Molti macchinari funzionali alle terapie intensive sono stati danneggiati proprio a causa dei frequenti tagli alla corrente elettrica. Noi non siamo in grado di fare le riparazioni o non abbiamo i pezzi di ricambio”.

“Una disfunzione che noi non vogliamo”. In questo modo, la società di distribuzione di energia elettrica ha giustificato le frequenti interruzioni di elettricità.
La ragione dell'ultimo taglio, protrattosi per circa 18 ore, è stata attribuita alle forze d'occupazione israeliane, penetrate in territorio palestinese con mezzi corazzati.

Il nostro corrispondente dalla Striscia di Gaza ha incontrato il direttore della società, Suhail Sakik, il quale ha riferito: “Qui non c'è stata l'intenzione di tagliare l'elettricità. Al contrario, ci abbiamo riflettuto a lungo prima di essere costretti a interrompere la fornitura di elettricità. I danni sono stati ingenti”.

Sin da giugno scorso, la centrale è stata dotata di tre generatori, vi è poi l'energia solare che lavora per la stessa centrale e per i generatori e c'è l'energia proveniente da Israele.

L'invito a un consumo critico. La società per l'elettricità di Gaza ha riconosciuto la particolarità del periodo in cui è accaduto l'ultimo episodio ieri, in pieno Ramadan d'estate.

I responsabili della società hanno chiesto ai cittadini di fare economia dei consumi energetici, soprattutto in procinto della preparazione dei pasti.

Sulle deduzioni dagli stipendi degli impiegati, Sakik ha commentato: “Quello che proviene dagli stipendi nella quota di 50dollari ciascuno, è del tutto parziale per far fronte a una crisi di questa portata. Inoltre, il ricavato dal personale del governo di Ramallah non arriva a Gaza, quindi la società non dispone comunque di quanto sarebbe necessario per garantire un funzionamento ottimale del settore”.

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