Tana, Nablus: demolite le tende donate dall’Anp

 

Nablus – Ma'an. Le forze israeliane hanno distrutto ieri decine di tende donate dall'Autorità nazionale palestinese agli abitanti di Tana, un villaggio a est della città di Nablus, in Cisgiordania.

I bulldozer erano scortati da sei jeep dell'esercito israeliano, come ha riportato 'Atif Hanini (sindaco della vicina città di Bayt Furik), aggiungendo che i residenti sono stati lasciati senza tetto, per di più in pessime condizioni meteo. Hanini ha quindi rivolto un appello alle organizzazioni internazionali perché intervengano contro simili pratiche d'Israele ai danni dei palestinesi.

Non è stato possibile raggiungere il portavoce dell'amministrazione civile israeliana per chiedere commenti al riguardo.

Si tratta del quarto caso di demolizioni ai danni della stessa comunità nel giro di poco più di un anno: il 9 di questo mese, ad esempio, 52 residenti avevano perso la propria casa dopo che le autorità israeliane avevano distrutto sei strutture residenziali e 21 recinzioni per animali, secondo un rapporto Onu.

Gran parte delle tende abbattute ieri erano state fornite dalla Croce Rossa. In seguito all'episodio, una dichiarazione dell'ufficio dell'Onu per il Coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha riferito che le organizzazioni umanitarie “si stanno dedicando alla valutazione delle necessità di base, per fornire una risposta di emergenza”.

Il villaggio di Khirbet Tana rientra nell'area C [in base agli accordi di Oslo del 1994, ndr], che copre il 60% della Cisgiordania e si trova sotto il totale controllo militare e civile d'Israele. Gli abitanti devono rivolgersi alle autorità israeliane per ottenere il permesso di costruire sulle loro stesse terre, e per giunta, riferiscono, tale permesso viene spesso negato.

In base ai rapporti dell'Onu, quindi, Israele ammette in pratica che i palestinesi costruiscano solo sull'1% dell'Area C.

Le autorità israeliane distruggono spesso le strutture palestinesi senza alcun permesso. Secondo i residenti, si tratta di un tentativo di scacciare gli abitanti per confiscare le loro terre e destinarle alle colonie abusive.

Intanto, l'amministrazione civile israeliana “ha stabilito delle pratiche preferenziali per le colonie e gli avamposti coloniali israeliani, approvando piani dettagliati per quasi tutti gli insediamenti della Cisgiordania”, afferma un rapporto dell'Onu, che precisa: “Nonostante gli avamposti coloniali – molti dei quali sono costruiti su terra privata palestinese – non dispongano di progetti approvati, e quindi di permessi per costruire, le loro strutture vengono raramente abbattute”.

D'altra parte, a dispetto delle ripetute demolizioni, gli abitanti continuano a ricostruire: questi, come spiega l'Ocha, necessitano infatti di pascoli per i loro animali, e “gran parte di loro non ha altra scelta se non restare nell'area e procurarsi il proprio sostentamento (…) Per questo, la comunità ha ripristinato più volte alcune strutture modeste, fra cui le tende in cui vivono i suoi membri e i rifugi per gli animali”.

Tuttavia, prosegue il rapporto, le continue ondate di demolizioni “rendono estremamente difficile per i cittadini di Khirbet Tana vivere nella stabilità o, di fronte alla ripetuta distruzione della scuola del villaggio, educare i propri figli”.

 

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