Terrorismo e informazione: la guerra psicologica israeliana su Gaza

Al-Majd, InfoPal. Le storie sulla Striscia di Gaza raccontate da Israele si alternano tra il pericolo, la brutalità e le possibilità di lanciare un'aggressione contro il territorio palestinese assediato.

Questo è l'approccio che da tempo caratterizza e domina i mass-media del Sionismo, impegnati a produrre e a divulgare una vera e propria guerra psicologica. Ma anche in Italia non mancano i mezzi di informazione che veicolano di buon grado tale propaganda terroristica.

Dietro guerra psicologica e incitamento ad attaccare Gaza vi sono i vertici dell'esercito israeliano. “Gerusalemme sarà in futuro, un bersaglio di Siria, Hizbullah e della resistenza palestinese. La città potrà essere raggiunta dai razzi, lanciati anche da Gaza”.
Quasi a voler sostenere tesi del genere, il noto Jerusalem Post, riporta queste affermazioni.

La guerra psicologica è in corso. Tra i numerosi aspetti della guerra psicologica, si cita la notizia riportata puntualmente da stampa e radio israeliani, secondo la quale, costantemente l'esercito israeliano conduce esercitazioni utili a sventare il pericolo del rapimento dei propri soldati.

Sulla debolezza dell'Intelligence sionista. Il col. Tal Harmoni, a capo nel sud, sostiene che ogni giorno il Movimento di resistenza islamica, Hamas, scava nuovi tunnel proprio allo scopo di facilitare operazioni di rapimento di soldati israeliani. Su un sito israeliano, Harmoni ha affermato che nell'esercito c'è consapevolezza della capacità della resistenza palestinese, e che si è pronti a dispiegare agenti contro queste eventualità.
A proposito del fallimento dell'Intelligence israeliana a Gaza (con riferimento al caso Gilad Shalit), ancora Harmouni risponde e informa: “In tempi recenti, si è lavorato e ottenuto buoni risultati a Gaza nella ricerca di nuovi collaborazionisti”.

Giorni fa, intanto, il presidente della sezione per la pianificazione dell'esercito israeliano ha riconosciuto davanti alla Knesset, il parlamento di Israele, “di aver fallito, e di aver subito un duro colpo dalla crescente capacità della resistenza palestinese di lanciare missili anticarro”.

Per questo motivo, il funzionario militare ha chiesto al governo un investimento economico per contrastare tale possibilità, e nuovi finanziamenti destinati alla difesa internet, vale a dire contro gli attacchi cyber.

Da ambienti militari, altri rendono noto il deficit di bilancio dell'esercito israeliano.
Circa 1,3miliardi di dollari è la cifra della quale avrebbe bisogno l'esercito d'occupazione israeliano, solo per il mantenimento delle unità regolari. Ma Israele reclama carenza di pezzi di ricambio, come batterie per il sistema antimissile Iron Dome, mentre lamenta anche limiti nella propria capacità di acquistare armi missilistiche.

A fine 2011, il parlamento israeliano ha approvato un aumento delle spese militari ben oltre il bilancio annuale, portandolo a 15,8miliari di dollari.

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