Terrorismo sponsorizzato dagli Usa e “caos costruttivo”

Global Research. Di Julie Lévesque.

L’Iraq è di nuovo in prima pagina. E di nuovo la situazione ci viene presentata dai media occidentali con un misto di mezze verità, bugie, disinformazione e propaganda. I media non vi dicono che gli USA stanno supportando entrambe le parti del conflitto iracheno. Washington sta apertamente supportando il governo shiita, mentre segretamente addestra, arma e finanzia l’ISIS. Supportare le brigate terroristiche è un atto di aggressione straniera, ma i media vi dicono che l’amministrazione Obama è “preoccupata” dalle azioni commesse dai terroristi.

Il racconto preferito dalla gran parte dei media USA e occidentali è che la situazione attuale è dovuta al “ritiro” delle truppe statunitensi, finito nel dicembre 2011. […] Come al solito, non vogliono che capiate cosa sta succedendo. Il loro obiettivo è di formare percezioni e opinioni per una visione del mondo utile ai poteri forti. Vi dicono che è una guerra civile.
Quello che invece sta accadendo è un processo di “caos costruttivo” architettato dall’Occidente.

La destabilizzazione dell’Iraq e la sua frammentazione sono state pianificate molto tempo fa, e fanno parte del piano militare anglo-americano-israeliano per il Medio Oriente […], che mira a creare un arco di instabilità, caos e violenza in tutta l’area che va dal Libano all’Afghanistan, fomentando l’animosità tra i diversi gruppi etnici e religiosi per ridisegnare i confini della regione.
Sebbene la strategia del “dividi e conquista” non sia nuova, essa funziona ancora grazie al fumo sollevato dai media. Architettare una guerra civile è il modo migliore per dividere un paese in territori diversi. Ha funzionato nei Balcani, abusando delle tensioni etniche per frammentare la Yugoslavia in 7 entità diverse. Oggi stiamo assistendo alla balcanizzazione dell’Iraq tramite lo strumento preferito dell’imperialismo, ovvero le milizie armate, chiamate “opposizione pro-democratica” oppure “terroristi” a seconda del contesto e del ruolo che devono giocare nella psiche collettiva.

I media e i governi occidentali le definiscono non in base a cosa sono, ma in base a contro chi combattono. In Siria costituiscono una “opposizione legittima, combattenti per la libertà e la democrazia contro una dittatura brutale”, mentre in Iraq sono “terroristi che lottano contro un governo democraticamente eletto e appoggiato dagli USA”.

Scrive Michel Chossudovsky in un articolo del 14 giugno:
“E’ noto e documentato che gruppi affiliati ad Al Qaeda sono stati usati da USA e NATO in numerosi conflitti fin dai tempi della guerra afgano-sovietica. In Siria, Al Nusrah e l’ISIS sono la fanteria dell’alleanza militare occidentale, che sovrintende e controlla il reclutamento e l’addestramento delle forze paramilitari. […] Il progetto per uno Stato Islamico dell’Iraq e un califfato sunnita coincide con un piano statunitense di lunga data per ricavare da Siria e Iraq tre territori separati: un Califfato Islamico Sunnita, una Repubblica Araba e una Repubblica del Kurdistan. Mentre il governo (appoggiato dagli USA) di Baghdad acquista armi avanzate dagli Stati Uniti, compresi F-16 della Lockheed Martin, l’ISIS è supportato segretamente dall’intelligence occidentale. L’obiettivo è di architettare una guerra civile in Iraq, in cui entrambe le parti sono controllate indirettamente da USA e NATO. […] Sotto la copertura di una guerra civile viene combattuta una guerra di aggressione. Questo mentre all’opinione pubblica si fa credere che sia un conflitto tra sciiti e sunniti”.

[…] Mentre i media riconoscono che l’Arabia Saudita supporta il terrorismo, ignorano il fatto che anche gli USA stanno supportando indirettamente entità terroristiche. Inoltre, i giornalisti mainstream non si chiedono mai perché gli USA non reagiscono al supporto saudita dei terroristi. I fatti sono chiari: gli USA stanno supportando il terrorismo proprio attraverso alleati come l’Arabia Saudita e il Qatar. Se i commentatori dei media non riescono a mettere insieme i pezzi, è solo perché non vogliono.

[…] Ora ci dicono che l’ISIS è riuscito a mettere le mani su sofisticate armi di fabbricazione statunitense. Non fatevi ingannare: quelle armi non sono arrivate lì per caso. Gli USA sapevano esattamente cosa stavano facendo mentre armavano e finanziavano l’”opposizione” in Libia e in Siria. Ciò che facevano non era stupido. Sapevano cosa sarebbe successo ed è ciò che volevano. Quando una risorsa di intelligence finisce con il lottare contro i suoi sponsor, qualcuno nei media “progressisti” parla di effetto boomerang. Scordatevi l’effetto boomerang, questo è un “effetto boomerang” pianificato con molta cura.
Alcuni diranno che la politica statunitense nel Medio Oriente è un “fallimento”, che i suoi artefici sono “stupidi”. Ebbene, non è un fallimento e non sono stupidi. Questo è ciò che vogliono che pensiate, perché loro pensano che voi siate stupidi.
Quanto sta accadendo ora è stato pianificato molto tempo fa. La verità è che la politica estera statunitense in Medio Oriente è diabolica, brutalmente repressiva, criminale e anti-democratica.