Terza esplosione del gasdotto nel nord della penisola del Sinai

Sinai – Imemc, InfoPal. Lunedì 4 luglio, un discusso gasdotto a Nagah, nella regione di Bir Abdu, è stato fatto esplodere per la terza volta da febbraio scorso. Il gasdotto che rifornisce Giordania e Israele è stato chiuso.

I due passati episodi avvennero il 27 aprile e il 5 febbraio. A febbraio furono tribù beduine a provocare l'esplosione, mentre ad aprile, a piazzare l'esplosivo furono uomini armati dal volto coperto.

Allora, i guardiani del gasdotto raccontarono che questi individui armati li costrinsero a lasciare il sito, mentre oggi sostengono che le modalità dell'esplosione sono uguali alle precedenti. Un altro tentativo di esplosione era fallito a marzo.
Israele importa dall'Egitto il 44% del gas, la Giordania l'80%. 

A dicembre, Egitto e Israele siglarono un contratto ventennale, lo stesso che l'attuale premier egiziano Essam Sharaf intende rivedere per trarne il massimo del profitto.

Più volte, affari di corruzione legati al gasdotto tra Egitto, Giordania e Israele sono stati presi in esame da un tribunale. Nel 2010, fu la corte costituzionale egiziana a rilevare l'esistenza di “clausole riservate” e scoprì che non vi era stata alcuna “consulta parlamentare”. Il tribunale allora ordinò un'ingiunzione che tuttavia, fu inattesa dal passato regime di Mubarak.

Per “Al-Jazeera” l'Egitto a quel tempo, era l'unico a rifornire la Giordania di gas a un prezzo che era la metà di quello di mercato.

Articoli correlati:

L'Egitto riprende l'erogazione di gas naturale verso Giordania e Israele 

Processo egiziano su caso corruzione in affari petroliferi con Israele

Israele permette dispiegamento soldati egiziani lungo gasdotto nel Sinai

Sinai egiziano: esplosione gasdotto di rifornimento israeliano. Ipotesi di sabotaggio

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.