Terza settimana di sciopero della fame per Lenan, già rilasciata in cambio di un nastro di Shalit

Gaza – Pal-Info e InfoPal. Lenan Abu Ghalma, 28 anni, è arrivata ieri al suo quindicesimo giorno di sciopero della fame ad oltranza, mentre le associazioni umanitarie palestinesi incolpano il sistema carcerario israeliano per la sua salute in via di peggioramento.

Lenan è stata arrestata per la seconda volta, insieme a sua sorella Taghrid, nel corso di un'incursione effettuata a Nablus dalle forze israeliane, durante la quale sono stati fermati diversi membri del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp).

Come ha riferito Riyadh Ashqar, responsabile del rapporto con i media presso il Comitato nazionale supremo della Palestina a sostegno dei detenuti, Lenan e sua sorella sono state separate dopo l'interrogatorio e sottoposte ad arresto amministrativo, Lenan nella prigione di Hasharon e Taghrid nella struttura di Damon. La prima aveva già cominciato lo sciopero della fame dopo che la direzione del carcere aveva ignorato le sue richieste di essere riunita con la sorella, interrompendolo sette giorni dopo dietro promessa di esaudire il suo desiderio. La donna ha ora ripreso la sua protesta da più di due settimane dopo la ritrattazione delle autorità.

Lo sciopero sta logorando la salute di Lenan, ha affermato Ashqar, e la sua vita si trova adesso ancor più in pericolo dopo la decisione di assegnarle il confino solitario e impedirle ogni comunicazione con gli altri detenuti, per punirla della sua protesta.

Lenan era stata arrestata in precedenza nel 2004 al chekpoint di Hawara mentre si stava recando a fare visita a suo fratello 'Ahed, leader dell'Fplp che sta ora scontando l'ergastolo. Dopo aver passato in carcere cinque dei sei anni che le erano stati comminati, venne poi rilasciata nell'ambito di un accordo per lo scambio di venti detenute donne in cambio di un nastro di Gilad Shalit della durata di venti minuti. Cinque mesi fa è arrivato il secondo arresto, nel corso dell'incursione a Nablus.

Lenan non è l'unica a subire maltrattamenti da parte dei carcerieri: le famiglie dei detenuti palestinesi di Ramon hanno riportato di essere stati umiliati mentre facevano visita ai loro cari rinchiusi nella struttura. Alcuni sono stati persino rimandati indietro prima di raggiungere la prigione, alla luce delle misure di sicurezza che proibivano a molti di loro di vedere i detenuti, mentre altri sono stati denudati e perquisiti prima di essere lasciati passare. Fonti attendibili riferiscono che dei bambini sono stati fatti entrare con indosso solo la biancheria intima.

È stato inoltre riportato che la direzione del carcere fa denudare più volte le stesse persone, pur avendo confermato l'assenza di merci di contrabbando.

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