Test del DNA ai cittadini di Awarta per il caso Itamar

Nablus – Ma'an. Questa mattina, il vice-sindaco di Awarta e due dei suoi fratelli sono stati arrestati dalle forze israeliane, entrate nel nord della Cisgiordania nel villaggio di Awarta, dove hanno effettuato test di DNA e interrogato i cittadini. 

Le detenzioni sono conseguenza delle indagini sull’omicidio di 5 coloni israeliani, tra cui due bambini e un neonato. Più di 40 persone del villaggio sono state arrestate durante le investigazioni, e sembra che anche dei lavoratori stranieri siano stati interrogati. 

Awarta, il villaggio palestinese più vicino all’insediamento israeliano illegale di Itamar, dove è avvenuto l’omicidio, è il centro delle indagini ed è stato sottoposto a coprifuoco per due volte, la prima per 5 giorni consecutivi.

Durante un terzo coprifuoco, imposto durante la notte, le forze israeliane hanno fatto irruzione nelle case degli abitanti, arrestando un imprecisato numero di persone, attestato intorno alla decina. Già 40 persone erano state arrestate, tra cui un giornalista della radio Voice of Palestine.

Una portavoce militare israeliana ha confermato le azioni di forza nel villaggio durante la notte, ma non ha potuto rilasciare comenti né sugli arresti né sulle motivazioni. Israele ha censurato i dettagli delle indagini, e mentre i leaders politici puntano il dito contro i militanti palestinesi, nessun sospettato è stato ancora identificato pubblicamente.

Il sindaco di Awarta, Qays Awwad, martedi mattina ha dichiarato che più di 40 uomini e ragazzi del villaggio che erano stati catturati durante la prima ondata di arresti, sono stati portati alla base militare israeliana di Huwwara:
“Hanno preso i campioni per il test del DNA, e prima di essere interrogati gli sono state rilevate le impronte digitali; alcuni di essi sono stati rilasciati, ma molti altri sono stati tenuti in custodia”.

E ha aggiunto che il suo vice, Hasan Awwad, e due dei suoi fratelli sono fra gli rrestati durante le irruzioni militari notturne.  

La polizia israeliana ha dichiarato che i gruppi di militanti palestinesi, i leader e le organizzazioni della società civile hanno condannato l’omicidio di Itamar, nel quale la notte dell’11 marzo sono rimasti uccisi 5 membri della famiglia Fogel. I capi dei coloni hanno pubblicato le immagini del misterioso omicidio insieme alle foto di due accusati palestinesi, intensificando cosi l’ondata di violenza dei coloni sulla popolazione palestinese.

Dalla fine di febbraio, sette palestinesi sono stati feriti da armi da fuoco israeliane, due sono stati accoltellati, altri due sono stati picchiati, sette sono stati feriti dal lancio di pietre, almeno sei auto sono state incendiate e inoltre sono stati segnalati decine e decine di atti di vandalismo e molestie.

L’escalation degli attacchi ha avuto inizio il 28 febbraio, quando il governo israeliano ha smantellato un avamposto illegale. Secondo il dichiarato “price tag” della polizia, i coloni fanno in modo che i palestinesi “paghino” per ogni evacuazione degli avamposti. In passato, il “prezzo” includeva incendi, sparatorie, pestaggi, campi in fiamme, sradicamento di alberi, e avvelenamento dell’acqua nei pozzi appartenenti ai palestinesi.

Il numero degli attacchi è raddoppiato da quando i palestinesi sono stati accusati dell’omicidio di Itamar, ancor prima che le indagini prendessero il via.

 

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