Testo del comunicato Ucoii pubblicato il 19 agosto su alcuni quotidiani italiani.

Pubblichiamo qui di seguito il testo a firma dell’Ucoii -Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia – apparso il 19 agosto su spazi a pagamento ne La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno, poiché pochi, a parte i lettori delle sopracitate testate, hanno avuto la possibilità di leggere ciò che, in questi giorni, all’unanimità, è stato messo al bando da TUTTI i giornali italiani, dai politici e parte dell’Islam nazionale.  

Questo coro scomposto che sta dando l’affondo al comunicato dell’Ucoii al grido di "antisemita", dimostra, ancora una volta che, in Italia, basta gridare "al lupo al lupo" per far terrorizzare e scappar via sguaiatamente tutti quanti.

Detto questo, tuttavia, teniamo a segnalare errori nella Comunicazione (strumento privilegiato e potente che NON ANDREBBE SOTTOVALUTATO, come, a quanto pare, è accaduto), nella scelta delle testate (limitate come lettori e aree geografiche), nella tempistica della pubblicazione (è ormai in corso una pseudo-tregua a seguito della Risoluzione Onu) e negli accostamenti storici che, di per sé, danno sempre adito a fraintendimenti e confusioni.

Resta invece valida la ferma condanna delle atrocità israeliane in Libano e Palestina, della pulizia etnica in corso a Gaza, e la denuncia di un’informazione tendenziosa, parziale, manipolata e offensiva sia per le vittime sia per la nostra capacità di analisi e di discernimento tra aggrediti e aggressori.

Nel nome di Dio il Misericordioso, la Pace

Cari italiani e care italiane,

Testo dell’inserzione a pagamento dell’UCOII del 19-08-2006

IERI STRAGI NAZISTE, OGGI STRAGI ISRAELIANE

Dedicate 5 minuti a questa lettura, e pensate che, mentre state leggendo, ci sono innocenti che muoiono.

L’estate del 2006 potrebbe essere ricordata tra le pagine di cronaca nera dell’umanità. Il condizionale è d’obbligo perché persiste una

vergognosa e sistematica censura che stravolge le verità storiche e filtra la diffusione delle informazioni.

Ecco perché, noi dell’

questa pagina: adempiamo al dovere di informare e testimoniare.

La sesta guerra sferrata da Israele contro il Libano si sta consumando ormai da un mese, con un bilancio agghiacciante di morti, feriti e

sfollati. Oltre 1000 persone hanno trovato la morte in sole 4 settimane: più un quinto della popolazione si trova senza un tetto; decine di

migliaia sono i feriti.

Fonti ospedaliere, confermate anche dalla Croce Rossa Libanese hanno parlato dei “feriti mai visti prima”, denunciando l’uso, da parte

dell’esercito israeliano, anche di armi al fosforo proibite. Ormai si è perso il conto delle bombe che Caccia di Tel Aviv hanno sganciato sul

Libano.

A questa pioggia di morte ha fatto eco ogni giorno la cronaca che giunge dalla Palestina. Il dramma di intere popolazioni vittime della

barbaria espansionista, unisce nella sua tragicità, Libano e Palestina. La spiaggia di Jabalya come il massacro di Qana: la cronaca delle

violenze israeliane contro i civili inermi, si sta consumando sotto lo sguardo indifferente dell’umanità.

La morte dei bambini, donne e innocenti, sembra essere diventata un fatto ordinario, scontato, che non merita di essere citato, commentato, né

tanto meno condannato dai media e dalle sedi della politica internazionale: là dove quest’ultima ha tentato di muoversi è arrivata implacabile

la condanna del veto. I morti sono così diventati un effetto prevedibile e non collaterale di quello che si è dimostrato un progetto politico

consolidato. Nel triste elenco delle vittime della violenza omicida dell’esercito israeliano ci sono anche giornalisti, caschi blu dell’ONU,

pacifisti di ogni zona del mondo, anche americani.

Abbiamo sentito parlare di nuovo Medio Oriente, un’espressione che cela quella più antica del “Grande Israele”.

Gli scopi del nuovo attacco contro il Libano sono sembrati chiari fin dai primi giorni del conflitto: Tel Aviv ha subito chiarito le sue

intenzioni di espandersi nel territorio libanese su un’area di oltre 30 chilometri. Questo nuovo territorio andrebbe ad annettersi a quelli

precedentemente occupati, come accadde per le alture del Golan siriano e i territorio della Cisgiordania palestinesi.

Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia (U.C.O.I.I. – Onlus), abbiamo deciso di comprare

Ricordiamo alcuni fatti storici della guerra israeliana contro il Libano e la Palestina.

PALESTINA Morti LIBANO Morti

– 1937: Massacro di Gerusalemme

– 1938: Massacro ad Haifa

– 1938: Massacro di Gerusalemme

– 1938: Massacro di Haifa

– 1938: Massacro di Giaffa

– 1946: Massacro di Gerusalemme

– 1947: Massacro di Tel Aviv

– 1947: Massacro di Gerusalemme

– 1947: Massacro di Haifa

– 1947: Massacro di Haifa

– 1947: Massacro di Hawassa

– 1948: Massacro a Giaffa

– 1948: Massacro a Gerusalemme

– 1948: Massacro di Haifa

– 1948: Massacro di Tantura

– 1948: Massacro di Deir Yassin

– 1951: Massacro di Sharafat

– 1953: Massacro di Gerusalemme

– 1953: Massacro di Qibya

– 1956: Massacro di Gaza

– 1956: Massacro di Kefar Qasim

– 1956: Massacro di Gaza

– 1956: Massacro di Qalqilia

– 1956: Massacri di Khan Yunis

– 1956: Massacro a Rafa

– 1966: Massacro di Sammou

– 1967: Massacro di Gerusalemme

– 1967: Massacro di Rafah

– 1983: Massacro di Hebron

– 1989: Massacro di Nahalin

– 1990: Massacro di Al Aqsa

– 1990: Massacro di Ouin Kara

– 1994: Massacro di Hebron

– 2002: Massacro di Jenin

– 2006: Massacro di Gaza

– 1948: Massacro di Salha

– 1949: Massacro di Hula

– 1975: Massacro di Ayturun

– 1975: Massacro di Kawnin

– 1976: Massacro di Hanin

– 1976: Massacro di Bint Jibayl

– 1978: Massacro di Khiam

– 1978: Massacro di Ausay

– 1978: Massacro di Abbasyyah

– 1978: Massacro di Adlun

– 1981: Massacro di Sidone

– 1981: Massacro di Fakhany

– 1981: Massacro di Beirut

– 1982: Massacro di Sabra e Chatila

– 1984: Massacro di Jibshit

– 1984: I Massacro di Suhmur

– 1985: Massacro di Syr Al Garbyah

– 1985: Massacro di Marakah

– 1985: Massacro di Zararyah

– 1985: Massacro di Humin Al Tahta

– 1985: Massacro di Juba

– 1985: Massacro di Yuhmur

– 1986: Massacro di Tiro

– 1986: Massacro di Bahr El Barad

– 1987: Massacro Ain Al Hilwa

– 1990: Massacro di Siddiqin

– 1990: Massacro di Beqa

– 1991: I Massacro di Kafarman

– 1992:II Massacro di Kafarman

– 1994: Massacro di Dayr Al Zhrany

– 1996: II Massacro di Suhmur

– 1996: Massacro di Nabatiyyah

– 1996: I Massacro di Qana

– 1998: Massacro di Janta

– 2006: II Massacro di Qana

(a ogni data è accostato il n. di morti, visibile nell’indirizzo web riportato sopra)

MARZABOTTO = GAZA = FOSSE ARDEATINE = LIBANO

Quello che avete letto non è un elenco di numeri e date che si possono dimenticare: è il racconto di una tragedia che si sta consumando non

molto distante da noi.

Ora nessuno potrà dire:

“IO NON LO SAPEVO”

www.islam-ucoii.it

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