New York – Wafa'. Nonostante la soddisfazione di Benjamin Netanyahu per il discorso del presidente Obama, non gli è stato risparmiato lo schiaffo da parte del New York Times sul quale si attribuisce al premier israeliano la responsabilità della crisi in Medio Oriente e il vacillamento del processo di pace.
Nell'articolo di apertura si legge sul New York Time che “Netanyahu ha la responsabilità primaria del congelamento del processo di pace, il che ha spinto i palestinesi a rivolgersi alle Nazioni Unite”.
“Netanyahu ha rifiutato qualunque via di mezzo per arrivare a una soluzione, sembra che fosse più preoccupato della lotta interna per la sopravvivenza politica piuttosto che dell'isolamento in cui si trova il suo Paese o della minaccia delle violenze in Cisgiordania o sulle frontiere”.
Nell'articolo si leggono poi le differenze emerse tra il discorso fatto da Obama l'anno scorso, definito “di estrema importanza” e l'ultimo, mercoledì scorso all'Assemblea Generale Onu nel quale si sono abbassate le aspettative.
“Frustrato, e a maggior ragione costretto a rivolgersi all'Onu” è il presidente palestinese Mahmoud 'Abbas, soprattutto quando il popolo palestinese, fortemente deluso, scoprirà che lo Stato non sorgerà a breve.
L'articolo di apertura contiene poi la delusione derivante dal discorso di Obama, il quale si era impegnato a costruire una fiducia, dimostrato invece di avere una concezione del conflitto nel suo complesso.
“Gli Stati Uniti e i suoi quattro alleati internazionali saranno costretti, da ora in poi, a presentare un nuovo progetto con nuove scadenze certe per concludere i negoziati.
La soluzione la conoscono tutti, metterla in atto però necessita di un atto politico coraggio”.
Da parte sua, Abu Mazen (Mahmoud 'Abbas) ha proseguito con i negoziati dal punto in cui si erano fermati con il governo di Ehud Olmert. Netanyahu insiste e vuole ripartire da zero.