Traffico di persone: ‘Israele senza né volontà né competenze’

Imemc & agenzie. Anche se Israele è riuscita a fare progressi significativi nel combattere il traffico di persone, “gli mancano le competenze per debellarlo e la volontà di farlo”: lo afferma un report pubblicato ieri dal Dipartimento di Stato Usa.

Nel documento, su una scala di tre gradini, Israele viene classificato al secondo come l'anno scorso, insieme a Iraq, Guatemala, Kenya e Guinea.

Il rapporto ha osservato che le autorità israeliane hanno agito per sconfiggere il traffico di persone e creato una struttura di protezione per le vittime, oltre a sviluppare diversi servizi per le donne “importate” per il mercato del sesso.

Tuttavia, da quando alcuni compiti sono stati trasferiti dalla polizia per l'immigrazione al Ministero dell'Interno, sono stati ridotti gli sforzi per far rispettare la legge e offrire protezione. La mancanza di azione penale contro chi è accusato di gestire simili attività – che includono in alcuni casi la schiavitù delle donne – è il motivo principale di questo declino.

Alcune delle donne e degli immigrati portati nel Paese sono costretti a pagare grosse somme, che possono arrivare anche a 17.000 €: questo li costringe a farsi schiavizzare e a subire facilmente abusi.

Il report riferisce anche che Israele indaga sui casi di traffico solo quando le associazioni umanitarie presentano delle proteste al riguardo. Sia il Ministero dell'Interno che l'unità “Oz” [incaricata di ridurre il numero di lavoratori che arrivano in Israele in maniera illegale, ndr] non stanno comunque facendo abbastanza.

È stato inoltre ordinato a Israele di distribuire volantini di prevenzione del traffico di persone, scritti in lingue diverse e destinati ai consoli israeliani nei diversi Paesi, oltre che agli immigrati stranieri appena arrivati.

Il “Jerusalem Post” ha riportato che Israele ha effettivamente revocato le licenze a diciotto agenzie di lavoro, e che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha approvato in gennaio un piano per aumentare le condanne contro le agenzie che impongono quote d'iscrizione molto alte.

Ciononostante, il Dipartimento di Stato ha raccomandato di rendere più severe le sentenze sui casi di lavoro forzato, e di assicurare che le vittime del traffico non vengano punite o penalizzate per atti che risultano dalla loro condizione.

Molti trafficanti di persone utilizzano Israele come destinazione per il traffico di donne e uomini dall'Asia Orientale e dai paesi dell'Est Europeo. Gran parte delle vittime viene costretta a svolgere lavori contro la sua volontà, ad esempio nel campo della prostituzione.

 

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