Trattative indirette: oggi incontro Olp – Fatah.

 

Ramallah. È previsto per oggi l'incontro tra il Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) e il Comitato centrale di Fatah, volto a discutere la posizione finale sulle trattative indirette con Israele. 

La riunione, che si terrà nell'ufficio del presidente Mahmud Abbas a Ramallah, sarà coordinata dal presidente stesso.

Nel programma di Abbas vi sarà quindi il colloquio con l'inviato Usa in Medio Oriente George Mitchell, che servirà a riferire la posizione dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) sul dialogo mediato dagli Stati Uniti.

Ieri sera, dopo un primo incontro tra Abbas e Mitchell, il capo negoziatore dell'Olp Saeb Erekat ha ribadito che Israele deve congelare ogni espansione coloniale, porre fine alla detenzione arbitraria di cittadini palestinesi e permettere la riapertura delle istituzioni palestinesi a Gerusalemme est, chiuse dalla stessa Israele all'inizio della seconda Intifada.

“Tutti sanno – ha aggiunto Erekat – che ciò che vogliamo noi è stabilire uno stato palestinese con capitale Gerusalemme est, far liberare tutti i prigionieri e far fermare la costruzione delle case coloniali”.

Dall'altra parte, i negoziatori israeliani hanno accusato l'Olp e Abbas di star ritardando l'inizio delle trattative, che avrebbero dovuto partire mercoledì, dopo che la Lega araba sabato scorso aveva dato la sua approvazione ufficiale nel corso di un meeting straordinario tenutosi al Cairo.

Mercoledì, tuttavia, Abbas ha riferito che si sarebbe consultato con i leader arabi per registrare qualsiasi obiezione o protesta riguardante i negoziati, in quello che lui stesso ha descritto come un “periodo di preparazione”.

Le trattative indirette, alle quali è stato assegnato un termine di quattro mesi, erano state fatte saltare lo scorso marzo durante la visita in Medio Oriente del vice presidente Usa Joe Biden, venuto ad avviare il dialogo tra le due parti. Il motivo dell'insuccesso era stato l'annuncio israeliano che prometteva un ulteriore avanzamento della costruzione d'insediamenti a Gerusalemme est, arrivato subito dopo il consenso al dialogo dato dall'Olp.