Tribunale israeliano condanna minore palestinese con la leucemia a 3 mesi di carcere

376577CRamallah-Ma’an. Il tribunale militare israeliano della prigione di Ofer ha condannato il 15enne Ahmad al-Khadour a 91 giorni di carcere e una multa di 3.000 shekel (circa 810 $), con l’accusa di aver lanciato sassi contro i soldati israeliani.

La condanna è giunta nonostante l’estrema preoccupazione della  famiglia di Ahmad e dei gruppi per i diritti per ciò che riguarda la salute del ragazzo:, tra le varie patologie di cui soffre, ci sono anche la leucemia e l’epilessia. Il ragazzino ha bisogno continuo di farmaci.

L’avvocato dell’Associazione dei Prigionieri Palestinesi (PPS) Ahmad Safiya ha affermato in una dichiarazione diffusa lunedì, che il giudice del tribunale ha concesso a al-Khadour un anno per pagare la multa.

Il giudice ha anche dato piena autorità al direttore del carcere di Ofer per rilasciare al-Khadour prima della fine della pena, “in conformità alle procedure dell’amministrazione  carceraria di Israele (IPS)”.

Ahmad, che proviene da Beituniya, nel centro della Cisgiordania occupata, è molto malato. E’ stato colpito dalla leucemia negli ultimi tre anni e soffre anche di epilessia, convulsioni, lesioni al piede e alla mano, forti  vertigini e contrazioni muscolari delle dita.

E’ stato arrestato il 2 gennaio con l’accusa di gettare pietre contro i soldati israeliani nei pressi del posto di blocco militare di Ofer, a ovest di Ramallah.

Secondo il Comitato palestinese per gli Affari dei prigionieri, i soldati hanno violentemente aggredito Ahmad e lo hanno picchiato con il calcio dei fucili al momento dell’arresto.

Il gruppo per i diritti dei detenuti Addameer aveva dichiarato il mese scorso che il gruppo “condanna fermamente la detenzione del ragazzino, malato cronico, che non sembra rappresentare una minaccia per la sicurezza della zona, e che richiede cure mediche adeguate e consistenti”.

La scorsa settimana, il Comitato palestinese per gli Affari dei detenuti ha riferito che lo stato di salute di Ahmad è gravemente peggiorato nel carcere di Ofer.

L’avvocato dal comitato, Luay Ukka, ha sottolineato che le autorità dell’IPS non hanno fornito assistenza adeguata al ragazzino.

I gruppi per i diritti hanno condannato Israele per la negligenza medica verso i Palestinesi nelle sue carceri. Addameer ha definito tale pratia una “deliberata politica di abbandono”.

I gruppi per i diritti hanno documentato l’abuso di bambini palestinesi da parte delle forze israeliane e le pratiche di interrogatorio usate per forzare le loro confessioni, che sono state a lungo il bersaglio di critiche da parte della comunità internazionale.

Un recente articolo pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz ha confermato che gli inquirenti dello Shin Bet sottopongono i sospetti palestinesi a tortura

Il centro di detenzione di Ofer è il carcere più comunemente usato da Israele per l’interrogatorio dei minorenni palestinesi. Lo scorso ottobre, il Comitato Palestinese per gli Affari dei Detenuti ha riferito che la “stragrande maggioranza” dei ragazzini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane di Megiddo e Ofer è stata torturata durante la detenzione e gli interrogatori.

La Defense for Children International – Palestine ha detto che  la loro ricerca ha dimostrato che quasi i due terzi dei bambini palestinesi detenuti nella Cisgiordania occupata dalle forze israeliane avevano subito violenza fisica durante il loro arresto.

I ragazzi palestinesi che lanciano le pietre devono affrontare dure sanzioni da parte delle autorità di occupazione: nel 2015, Israele approvò una legge che consente di applicare una pena detentiva fino a 20 anni se accusati di lanciare pietre contro i veicoli e un minimo di tre anni per l’atto di gettare una pietra contro un Israeliano – una legislazione che  i gruppi per i diritti dicono sia stata decisa specificamente per colpire  i Palestinesi, visto che gli israeliani e i coloni sono raramente perseguiti secondo le stesse norme di legge.

Un giovane palestinese è stato condannato a 18 anni di carcere il mese scorso con l’accusa di aver lanciato un sasso contro un veicolo israeliano: essa rappresenta la condanna più dura mai pronunciata per lancio di pietre.

I Palestinesi hanno detto che lanciare pietre è una reazione naturale alle frustrazioni causate dall’occupazione militare israeliana che dura da quasi mezzo secolo, caratterizzata da forme quotidiane di violenza, come i raid militari notturni nelle comunità, le detenzioni arbitrarie, la demolizioni di case e le frequenti uccisioni di Palestinesi da parte delle forze israeliane.

Addameer ha riferito che 6.500 Palestinesi sono stati detenuti nelle carceri israeliane, tra cui 300 minori, a partire da gennaio.

Traduzione di Edy Meroli