Il tribunale israeliano condanna un ragazzo palestinese per 2 accuse di tentato omicidio

500794b3-b4bc-4e53-83f4-47b128fe0cb6Gerusalemme-Ma’an. Martedì, il tribunale israeliano di Gerusalemme ha condannato un ragazzo palestinese di 14 anni per due accuse di tentato omicidio a causa di un presunto accoltellamento in un insediamento israeliano nel mese di ottobre.

Ahmad Salih Manasra è stato riconosciuto colpevole dal tribunale per aver compiuto un accoltellamento il 12 ottobre 2015 nella colonia illegale di Pisgat Zeev nella Gerusalemme Est occupata, ferendo due israeliani di 13 e di 21 anni.

Ahmad, che aveva 13 anni al momento dell’attacco, ha subito gravi ferite dovute all’investimento di un autista israeliano a seguito dell’accoltellamento.

Il video che è diventato virale ha mostrato il ragazzo palestinese che giaceva dolorante a terra dopo essere stato colpito dall’auto, mentre un israeliano presente continuava a gridare: “Muori, figlio di puttana” e un altro diceva all’ufficiale di polizia di sparargli.

Suo cugino, Hassan Manasra, di 15 anni, è stato ucciso sul luogo dell’attacco. Il suo corpo è stato poi trattenuto dalle autorità israeliane, anche se una recente sentenza del tribunale israeliano ha ordinato che il suo corpo venga restituito alla famiglia.

Un avvocato che lavora con il Comitato Palestinese per gli Affari dei Prigionieri, Tariq Barghouth, ha definito la decisione del tribunale “contestabile”, aggiungendo che la sua decisione probabilmente sarà impugnata.

“Speriamo che la Corte Suprema analizzi questo caso umanitario in modo diverso”, ha detto Barghouth.

“Ancora una volta, il tribunale israeliano dimostra il trattamento razzista nei confronti dei Palestinesi”, ha aggiunto l’avvocato, mettendo in evidenza il “doppio standard” del sistema giudiziario israeliano quando si tratta di punire i Palestinesi accusati di aver commesso crimini contro gli Israeliani, rispetto ai casi di coloni che attaccano i Palestinesi.

Nel mese di novembre, è trapelato un video che mostrava gli investigatori israeliani urlare e imprecare contro Manasra durante un interrogatorio, spingendo l’Autorità Palestinese a denunciare “gravi violazioni” del diritto internazionale umanitario.

Il processo a Manasra è stata rinviato per diverse volte, per cui  alcuni commentatori hanno presunto che fosse una scelta consapevole per ritardare il caso fino al raggiungimento dei 14 anni di età compiuti a gennaio, quando è diventato sufficientemente anziano, secondo la legge israeliana, per addebitargli una pena in carcere.

Traduzione di Edy Meroli