Hebron/al-Khalil – IMEMC. Lunedì, un tribunale militare israeliano ha respinto un ricorso presentato dalla famiglia di un palestinese ucciso contro la demolizione della loro casa nella città di Hebron, nella parte meridionale della Cisgiordania occupata.
La famiglia di Mohammad al-Ja’bari ha assunto un avvocato per presentare una petizione contro un ordine militare per la demolizione della loro casa di cinque piani, ma il tribunale ha respinto l’appello e ha concesso all’esercito il via libera per la demolizione.
La casa offre rifugio ai genitori di Mohammad, ai suoi fratelli e alle loro famiglie, che rimarranno tutti senzatetto.
Mohammad Kamel al-Ja’bari è stato ucciso il 29 ottobre 2022, in un attacco che ha provocato anche la morte di un colono israeliano, Ronen Hananya, 50 anni, vicino alla colonia di Kiryat Arba, nella città di Hebron.
La Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) ha dichiarato che i suoi volontari si sono precipitati nell’area per fornire soccorso a Mohammad, ma i soldati hanno sparato molti colpi contro la loro ambulanza, ferendo un soccorritore, Ahmad Abu Khaled, che è stato colpito da un proiettile alla spalla.
La politica israeliana illegale di demolizione di case rientra nella punizione collettiva contro i civili palestinesi, protetta dal sistema giudiziario israeliano.
Tale politica è proibita a livello internazionale, dall’articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra, che afferma: “Nessuna persona protetta può essere punita per un reato che non ha commesso personalmente. Sono vietate le sanzioni collettive e, ugualmente, ogni misura intimidatoria o di terrorismo. Il saccheggio è vietato. Sono vietate le rappresaglie contro le persone protette ed i loro beni”.