“Il presidente Mahmoud Abbas ha ricevuto una telefonata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump che lo ha informato della sua intenzione di trasferire l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme”, ha dichiarato il portavoce Nabil Abu Rdainah.
“Il presidente Abbas ha avvertito delle pericolose conseguenze che tale decisione avrebbe sul processo di pace, sulla sicurezza e la stabilità della regione e del mondo”, ha aggiunto Abu Rdainah.
Quando è circolata la notizia dell’annuncio degli Stati Uniti, il movimento palestinese Fatah ha invitato i palestinesi a dare inizio a una nuova intifada (sollevazione) a sostegno di Gerusalemme.
Numerosi attori internazionali, sia del mondo musulmano sia europei, hanno avvertito gli Stati Uniti di non spostare l’ambasciata perché cambierebbe lo status quo nel conflitto e porterebbe a ulteriori disordini.
Nella serata di martedì è arrivato il rinvio: l’ambasciata USA in Israele non sarà spostata a Gerusalemme per altri sei mesi e Trump firmerà una proroga – come tutti gli ultimi presidenti, in base al Jerusalem Embassy Act del 1995 – che lascerà la rappresentanza diplomatica per un altro semestre a Tel Aviv.
Nella giornata odierna, invece, Trump riconoscerà Gerusalemme come capitale di Israele.
Un nuovo atto coloniale è consumato ai danni della Palestina storica.
Fonti: WAFA, MEMO, PIC e agenzie