PIC. L’amministrazione Trump ha annunciato lunedì di non aver ancora preso una decisione se spostare o meno l’Ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, nonostante il fatto che il termine legale per la firma di una rinuncia presidenziale sulla questione stia per scadere.
Un annuncio sulla decisione verrà preso “nei prossimi giorni”, ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Hogan Gidley, ai giornalisti a bordo dell’Air Force One mentre Trump stava tornando da un viaggio nello Utah.
Trump avrebbe dovuto decidere se firmare una rinuncia che avrebbe impedito la ricollocazione dell’ambasciata da Tel Aviv per altri sei mesi, come ogni presidente degli Stati Uniti ha fatto da quando, nel 1995, il Congresso approvò una legge su tale questione.
Trump probabilmente terrà un discorso mercoledì riconoscendo unilateralmente Gerusalemme come capitale di Israele, un passo che rappresenterebbe una rottura con una politica decennale degli Stati Uniti e potrebbe alimentare la violenza in Medio Oriente.
L’Arabia Saudita ha affermato che ogni annuncio degli Stati Uniti sullo status di Gerusalemme prima che si raggiunga un accordo definitivo nel conflitto israelo-palestinese danneggerebbe il processo di pace e esaspererebbe le tensioni regionali.
Domenica, i ministri degli Esteri dell’Egitto e della Giordania hanno parlato con il Segretario di stato americano Rex Tillerson e lo hanno messo in guardia dal dichiarare Gerusalemme la capitale di Israele.
Durante il fine settimana, alti funzionari palestinesi hanno avvertito che il riconoscimento da parte degli Stati Uniti di Gerusalemme come capitale di Israele o il trasferimento dell’ambasciata americana avrebbe messo fine ai colloqui di pace. Il portavoce del presidente Mahmoud Abbas, Nabil Abu Rudeinah, ha dichiarato sabato che un tale passo è uno sviluppo pericoloso che destabilizzerebbe la regione, mentre Hamas ha invocato una rivolta popolare per contrastare una tale “cospirazione”.