Turchia: attenti alla serpe israeliana

Al-Quds (Gerusalemme) – Palestine.info

Di Khalid Amayreh. È ormai chiaro come il sole che Israele, questo Stato ebraico arrogante, fanatico e bellicoso, sta cercando di minare la stabilità della Turchia.

Tel Aviv sente la propria egemonia in Medio Oriente minacciata dagli sforzi turchi di riaffermare gli interessi nazionali del Paese, rinforzare i rapporti con i vicini musulmani e opporsi coraggiosamente alla pulizia etnica israeliana e ad altre politiche manifestamente criminali e anti-palestinesi.

Negli ultimi giorni e nelle ultime settimane, Israele si è piuttosto infuriata all'apprendere del recente referendum tenutosi in Turchia, che ha concesso al governo poteri aggiuntivi, allo scopo di assicurare un regime realmente democratico e impedire il ricorrere di golpe militari.

La repubblica turca ne ha già conosciuti tre, che hanno rovesciato governi democraticamente eletti. L'ultimo avvenne quasi trent'anni fa, quando l'esercito introdusse degli emendamenti costituzionali molto rigidi, che ponevano l'establishment militare anti-islamico al di sopra della volontà degli elettori.

A metà degli anni '90, infatti, l'esercito turco costrinse il popolare primo ministro Necmettin Erbakan a dimettersi, in base al sospetto che il premier conservatore stesse cercando di reislamizzare il Paese.

I media israeliani hanno fatto un gran parlare del rischio di “perdere la Turchia” – come se un Paese di 75 milioni di persone potesse ridursi ad essere una repubblica delle banane sottomessa ad Israele. Oltretutto, i commentatori israeliani insieme ai circoli fanatici sionisti hanno sollecitato il governo israeliano a trovare modi e mezzi per “prevalere” sulla “crescente minaccia turca”!!!

Israele, uno Stato predatore basato sul razzismo etno-religioso, non si accontenterebbe d'intessere relazioni normali, dignitose con la Turchia, basate ad esempio sulla parità e sul mutuo rispetto. Israele cerca sempre di dominare. Inutile dirlo, la logica di questo modo di pensare psicotico deriva dal cosiddetto “complesso del popolo eletto”.

Per questo motivo, lo Stato israeliano è fermamente convinto che qualunque altro Stato voglia stringere relazioni amichevoli debba soccombere alla supremazia ebraica e sostenere le politiche criminali israeliani ai danni dei vulnerabili palestinesi, che nonostante tutto lottano per conservare la loro esistenza nazionale di fronte alle instancabili offensive sioniste.

Fortunatamente, la Turchia del premier Recep Tayyip Erdoğan si sta rifiutando di cedere all'insolenza sionista, manifestata prima nel blitz pseudo-nazista lanciato quasi due anni fa contro la Striscia di Gaza, e quindi nella strage dell'indifesa nave passeggeri turca, perpetrata lo scorso 31 maggio in acque internazionali.

Per di più, invece di scusarsi con la Turchia per il sanguinoso atto di pirateria, con il quale i soldati israeliani hanno trucidato nove cittadini turchi, la macchina della propaganda israeliana è ricorsa a una serie di sfacciate menzogne, nel tentativo disperato di sfuggire alla verità.

Ma il popolo della Turchia e il suo governo non sono né creduloni né ignoranti, e ne hanno abbastanza delle bugie israeliane.

Il presidente Abdullah Gül era nel giusto quando ha fatto notare che, se fosse accaduto in passato, l'assalto mortale e provocatorio ai danni della Mavi Marmara avrebbe potuto costituire un casus belli. Oltre a questo, il suo rifiuto d'incontrare il presidente israeliano Shimon Peres a New York, questa stessa settimana, ha rappresentato un passo coraggioso, pienamente coerente con l'orgoglio turco e la dignità nazionale.

In ultima analisi, come avrebbe potuto il presidente della Turchia stringere una mano ancora sporca del sangue innocente versato da nove cittadini turchi?

A parte questo, Peres, criminale di guerra con tanto di certificato, non merita simpatia.

Non solo non si è scusato per le vittime turche uccise con tanta nonchalance da Israele – un gesto che qualsiasi Stato normale intraprenderebbe in una situazione simile -, ma ha anche avuto l'audacia di suggerire ai turchi di leccarsi le ferite e rimettersi in “affari come al solito” con Israele!

Noi che viviamo da questa parte del mondo conosciamo Peres fin troppo bene.

È lui l'eroe del massacro di Qana del 1996, quando, allora primo ministro in seguito all'assassinio di Isaac Rabin per mano di un estremista ebraico, ordinò all'esercito israeliano di bombardare i profughi libanesi che avevano cercato rifugio nel quartier generale dell'Onu situato nel villaggio di Qana, nel sud del Libano.

Le bombe trasformarono i fabbricati in un enorme mattatoio, dove più di un centinaio tra uomini, donne e bambini furono massacrati, e molti altri rimasero menomati o mutilati.

Nonostante siano passati più di quattordici anni da questo crimine vergognoso, l'irrecuperabile bugiardo non ha avuto il coraggio di dire: “Mi dispiace”. Si tratta della stessa persona che non smette d'insegnare al mondo le virtù della pace e i vizi dell'estremismo.

La sua sconfinata ipocrisia e il suo perbenismo potrebbero passare inosservati agli occhi di molti europei e nord-americani.

Tuttavia, un numero sempre maggiore di persone, musulmane e non – compresi molti turchi -, non è più disposto a farsi ingannare e a concedere il beneficio del dubbio al malvagio bugiardo criminale e allo Stato che rappresenta – se può mai esistere un dubbio sul carattere malvagio d'Israele e del suo presidente.

Ora, con la Turchia che si rifiuta di essere gabbata dalle ciance israeliane, il regime sionista s'imbarcherà probabilmente in atti di eversione contro Ankara, che punteranno a minare il lavoro del governo del primo ministro Erdoğan.

Non vi è alcun dubbio che un nuovo golpe in Turchia sia in cima alla lista dei desideri d'Israele, in vista del nuovo anno ebraico.

È una possibilità, questa, che il governo turco non dovrebbe mai prendere alla leggera: Israele è infatti convinta di poter contare sui tentacoli della piovra massonica per incitare l'establishment militare contro il governo dell'Akb [il partito di Erdoğan, ndr].

Per questo, eludere i tentativi d'Israele di trasformare la Turchia in un suo Stato-satellite dev'essere messo al primo posto fra le priorità del governo turco.

Insomma, attenti alla serpe sionista.

http://www.palestine-info.co.uk/en/default.aspx?xyz=U6Qq7k%2bcOd87MDI46m9rUxJEpMO%2bi1s74Jm7B7xi%2faznsp1Zt130HfhYbNnzk4DWAXHE7WSSgzLg2IqIigwell4yBFspBWv%2fQSpTr6GG%2fTLyEelBrSu%2bKmJaRWRuiDk5ohHLKtFzzjo%3d

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