UCOII in buona compagnia: Heidemarie Wieczorek-Zeul e Rolf Verleger.

Non è solo l’UCOII ad insistere sul diritto di denunciare i crimini di
Israele. Evelyn Hecht-Galinski, membro prominente del Consiglio
Europeo degli Ebrei, esprimendo solidarietà con la Ministro Heidemarie Wieczorek-Zeul e il dimissionato capo della comunità ebraica di Luebeck, Rolf Verleger, denuncia la caccia alle streghe innescata per silenziare le voci critiche nei confronti d’Israele. Hecht-Galinski afferma che ad alimentare un clima di ostilità verso Israele, non è il presunto antisemitismo diffuso in Germania, come invece sostiene il potentissimo Consiglio Centrale degli Ebrei, bensì sono i crimini che Israele sta commettendo.

Evelyn Hecht-Galinski, figlia del defunto Segretario Generale del Consiglio
Centrale degli Ebrei in Germania, Heinz Galinski, si è scontrata
frontalmente con il Consiglio. Secondo la Hecht-Galinski, è intollerabile
che il Consiglio Centrale si sia costituito "portavoce del governo
israeliano in Germania" con la consguenza che qualsiasi critica rivolta alla
politica israeliana venga condannata quale anti-semitismo, mettendo a tacere quasi la totalità delle voci critiche. Hecht-Galinski, confrontata con la
pretesa del Consiglio Centrale di avere il diritto di denunciare un clima di
crescente ostilità verso Israele in Germania, dichiara che sono i crimini
commessi da Israele che stanno alimentando i sentimenti anti-israeliani.
Secondo la Hecht-Galinski, è Israele stessa che sta creando il clima
anti-israeliano conducendo una politica "che non è più in alcun modo
difendibile". "Ogni giorni commette un omicidio a Gaza. Ha arrestato otto
ministri di Hamas, legittimati dalle elezioni – che ci piaccia o meno – e li
detiene in prigione senza mandato, senza sentenza da parte delle istituzini
giudiziarie. Nella Cisgiordania gli israeliani uccidono ogni notte. E’
questa politica aggressiva di colonizzazione, questa continua denigrazine
dei palestinesi, è l’insieme di tutta questa politica di Israele a suscitare
antisemitismo. Non è certamente la critica giustificata (verso Israele) a
crearlo", dichiara in un intervista con la Deutsch-Arabische Gesellschaft.

Hecht-Galinski continua: "Sarebbe una buona cosa se finalmente e per una
volta tanto, si mettessero alla gogna i misfatti di Israele: la costruzione
del muro, le colonie. Cosa vogliono con questi lamenti per i soldati
sequestrati ? innanzitutto, sino ad oggi nessuno sa dove questi soldati si
trovassero con precisione, su quale territorio quando furono catturati. Poi,
tutta questa faccenda era solo un pretesto. Oggi i media parlano delle
manifestazioni a Tel Aviv. Sembra che i cittadini si siano svegliati adesso,
per chiedere al governo che si faccia carico di riportare i soldati. Sembra
che adesso chiedano che il governo conduca trattative per uno scambio di
prigionieri. Ma la possibilità di condurre trattative, prima, è sempre stata
respinta. Il Consiglio Centrale non dovrebbe intendersi come portavoce del e macchina di propaganda per il governo israeliano. Questo per me è
inaccettabile, considerando che noi siamo ebrei tedeschi, non siamo
israeliani. Questo lo voglio proprio sottolineare. Non voglio essere messa
in questa pentola. Israele, per me, è l’estero, a prescindere dal fatto che
la mia religione è quella ebraica. Non rientro nella cittadinanza israeliana
e non voglio essere rappresentata da un Consiglio Centrale che interpreta in
continuazione la politica israeliana".

Tratto dall’intervista pubblicata oggi dalla Deutsch-Arabische Gesellschaft
(www.d-a-g.org) con lettera circolare agli iscritti. Testo integrale in
tedesco su richiesta.


La Ministra per la Cooperazione e lo Sviluppo della Germania,
Heidemarie Wieczorek-Zeul, tiene testa al potente gruppo di pressione ebraico nonché al resto della compagine politica "politically correct" e ribadisce le sue accuse contro lo stato d’Israele per ciò che aveva descritto come "un’assalto militare brutale e letale" contro il Libano. In un’intervista alla TV publica ZDF, la Wieczorek-Zeul aveva ribadito quanto già detto alla stampa nei giorni precedenti, cioè, ha espresso indignazione per le
bombe-cluster che Israele aveva fatto cadere sul Libano meridionale
denunciando che la disseminazione degli ordigni inesplosi mettono a rischio
la stessa ricostruzione del Libano, oltre alle vite delle persone, innanzitutto dei bambini.

La Wieczorek-Zeul a hconcluso la sua intervista alla TV chiedendo una formale inchiesta dell’ONU sull’uso che Israele ha fatto delle bombe-cluster
fatte cadere sulla popolazione civile, nonché una Risoluzione ONU che metta al bando le bombe-cluster. La Wieczorek-Zeul è stata subito aggredita da una platea di protagonisti politici bi-partisan. Inoltre, la Presidente del potente Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, Charlotte Knobloch, ha immediatamente accusato la Wieczorek-Zeul
di essere antisemita e di nutrire pregiudizi contro Israele, sostenendo che la Wieczorek-Zeul si sarebbe resa responsabile dello stato d’animo "anti-ebraico" che si starebbe diffondendo in Germania.

La Cancelliera Angela Merkel, spaventata dallo stato d’insofferenza in cui
era caduto il Consiglio Centrale, si è precipitata ieri a convocare una
riunione dei capi del Consiglio Centrale degli Ebrei per asserire che lei
personalmente avrebbe già affrontato la Wieczorek-Zeul giorni fa prendendo le distanze dalla "posizione anti-israeliana" della Ministro e per
confermare ai capi del Consiglio che, in realtà, il governo della Germania
intende appoggiare "senza riserve" le posizione di Israele e ciò a prescindere dal fatto che un
crescente numero di tedeschi abbia ormai
assunto posizioni critiche verso Israele
.

Nel frattempo, il Consiglio Centrale degli Ebrei della Germania ha rimosso
in tronco l’altro enfant terrible, il capo della Comunità ebraica della
città di Luebeck, Rolf Verleger,
per avere paragonato il massacro dei civili
libanesi – "100 libanesi uccisi per 1 israeliano ucciso" – ai massacri
compiuti dalle forze armate tedesche durante la seconda guerra mondiale.

Rolf Verleger aveva inviato una lettera aperta al Consiglio Centrale
denunciando, oltre ai bombardamenti massicci di aree civili in
Libano, la politica israeliana delle uccisioni mirate contro i palestinesi,
delle punizioni collettive e della discriminazione di non-ebrei.
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