Ucraina, la Rada approva legge che proibisce ufficialmente i “partiti filo-russi”

Di Lorenzo Poli. Il presidente dell’Ucraina, Vladimir Zelensky, ha firmato sabato 14 maggio 2022 la legge che consente il divieto dei partiti politici che promuovono una presunta “posizione filo-russa” – ha riferito la Verkhovna Rada (parlamento del Paese).

Lo scorso marzo Zelensky aveva annunciato che il Consiglio Nazionale di Difesa e Sicurezza dell’Ucraina aveva deciso di “sospendere tutte le attività di alcuni partiti politici durante la legge marziale” a causa “della guerra su larga scala condotta dalla Federazione Russa e dei legami di alcune strutture politiche con quello Stato”.

La legge è stata approvata martedì scorso da 330 deputati e la vicepresidente della Rada, Yelena Kondratiuk, ha dichiarato che in questo modo “si fa un passo avanti per bandire i partiti filorussi in Ucraina”. Una dichiarazione pubblicata sul sito web di Rada aggiunge, riferendosi alle parole di Kondratiuk, che le parti che possono presentare “l’aggressione armata della Russia contro l’Ucraina come un conflitto interno, un conflitto civile, una guerra civile, e negare l’occupazione temporanea di una parte del territorio di Ucraina” non hanno in sostanza diritto alla partecipazione democratica nel Paese, sempre se di “Paese democratico” si tratta.

In base a questa legge, possono essere banditi i partiti con un presunto “carattere anti-ucraino” e le cui attività sono volte a “minare la sovranità o l’integrità territoriale dell’Ucraina”.  Inoltre, se un partito viene bandito, tutte le sue proprietà, beni e fondi saranno requisiti dallo Stato.

I partiti politici interessati sono stati la Piattaforma di Opposizione per la Vita, il Partito di Shariy, il Blocco di Opposizione, l’Opposizione di Sinistra, l’Unione delle Forze di Sinistra, Derzhava, il Partito Socialista Progressista dell’Ucraina e il Partito Socialista dell’Ucraina, tra gli altri. Un vero attacco alle sinistre (senza contare che il Partito Comunista d’Ucraina è bandito dal Paese dal 2015), testimoni delle repressioni di questi 8 lunghi anni, delle persecuzioni squadriste, delle fascistizzazioni dei quartieri, delle celebrazioni banderiste (in onore del collaborazionista nazista antisemita Stephan Bandera, massacratore di ebrei e proclamato “santo” dalla Chiesa Ortodossa d’Ucraina), dei massacri contro minoranze etniche e delle violenze delle bande paramilitari neonaziste affiliate all’Esercito Nazionale Ucraino.

Un segnale di forte repressione che avviene dopo le numerose denunce di arresti illegittimi di persone in Ucraina solo per “aver espresso la propria posizione”.

Il 12 aprile Zelenski ha annunicato l’arresto di Víktor Medvedchuk, capo del consiglio politico del partito Opposition Platform-For Life, accusato di “tradimento contro lo Stato” e “violazione delle regole di guerra”.

Oksana Márchenko, la moglie del politico, ha denunciato che i servizi di sicurezza del suo Paese possono torturare suo marito: “Vogliono usare metodi fisici proibiti per influenzare Viktor a ottenere le dichiarazioni di cui hanno bisogno” – indicando inoltre che migliaia di persone sono state detenute dal servizio di sicurezza ucraino solo per aver “espresso la propria posizione” e “detto la verità”.  Così, secondo Marchenko, tra i detenuti figurano lo scrittore Yan Taksyur, lo storico Alexander Karevin, il giornalista Yuri Tkachev, l’ex vice Oleg Novikov, l’analista geopolitico politico Gleb Lyashenko e molte altre personalità.

Inoltre a maggio, il blogger ucraino e politico dell’opposizione Anatoli Sharí è stato arrestato in Spagna, con oltre 3 milioni di follower sul suo canale YouTube, in cui è molto critico nei confronti della politica di Kiev dopo aver scoperto casi di corruzione nel Paese.  Le autorità ucraine hanno accusato Shari (ricercato dall’Ucraina dal febbraio 2021) di presunto “alto tradimento”, nonché di “violazione della parità dei diritti dei cittadini per motivi di razza, nazionalità, convinzioni religiose, disabilità e altre caratteristiche”.

Inoltre, come già annunciato a marzo 2022, il presidente dell’Ucraina ha chiuso definitivamente tre importanti canali televisivi di opposizione. Già nel 2021, tre principali canali televisivi ucraini – 112 Ukrayina, NewsOne e ZIK – hanno interrotto le trasmissioni dopo che il presidente Vladimir Zelensky ha emesso un decreto del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale dell’Ucraina per introdurre sanzioni contro questi organi di informazione e il suo proprietario, il deputato Taras Kozak, della fazione del Parlamento di Opposition Platform-For Life.

In tutto ciò, l’Occidente si è “dimenticato” di sostenere la libertà d’espressione, oltre a dimenticarsi che essa è un “valore democratico” tipico delle “democrazie liberali” che a quanto pare non sono in grado di mantenere preferendo il termine “propaganda”. “Questa è una decisione completamente illegale, il presidente ha superato i suoi poteri, non ha il diritto di imporre tali sanzioni”, ha detto Kozak, mentre l’Unione Nazionale dei giornalisti d’Ucraina ha dichiarato in una comunicazione ufficiale che privare i cittadini ucraini dell’accesso democratico ai media senza un processo preventivo, e vietare a centinaia di giornalisti e media il diritto di esercitare la professione è “un attacco alla libertà di espressione”.