UEFA multa il Celtic per dimostrazione pro-palestinese e i tifosi della “Brigata Verde” raccolgono più di 85 mila sterline da devolvere ad associazioni palestinesi

rtrleight144290UEFA multa il Celtic per dimostrazione pro-palestinese e i tifosi della “Brigata Verde” raccolgono più di 85 mila sterline da devolvere ad associazioni palestinesi.

La squadra del Celtic è stata multata dalla UEFA dopo che i suoi tifosi hanno sventolato la bandiera palestinese durante una partita contro la squadra israeliana Hapoel Be’er Sheva. 

I tifosi del Celtic hanno raccolto più di 85 mila sterline da devolvere ad associazioni palestinesi nel tentativo di corrispondere l’imminente multa disposta dalla UEFA, per aver sventolato bandiere palestinesi nella partita giocata contro una squadra israeliana.

L’organo che governa le squadre di calcio europee ha, infatti, avviato un procedimento disciplinare contro la squadra di Glasgow la scorsa settimana, dopo che una parte dei tifosi ha sventolato le bandiere palestinesi in seguito alla vittoria in casa del 5 a 2 contro l’israeliana Hapoel Be’er Sheva, durante le qualificazioni per la Champions League. La partita di ritorno si giocherà in Israele martedì notte.

Domenica, la “Brigata Verde” costituita dai sostenitori del Celtic ha iniziato una campagna sul sito gofundme per raccogliere i fondi utili al pagamento della multa prevista e martedì mattina le donazioni hanno superato le 85 mila sterline. Tuttavia, i soldi raccolti dalla Brigata Verde non serviranno a pagare la multa che quasi sicuramente sarà imposta dalla UEFA; piuttosto, serviranno a finanziare alcuni progetti in Palestina.

I tifosi stanno raccogliendo fondi per l’associazione Medical Aid Palestine, che fornisce assistenza sanitaria e medica “a coloro che sono maggiormente interessati dal conflitto, dall’occupazione e agli sfollati”, e per il Lajee Centre, un progetto culturale e sportivo per i bambini del campo profughi di Aida, a Betlemme.

L’appello dei tifosi recita: “Alla partita di qualificazione per la Champions League contro l’Hapoel Be’er Sheva il 17 agosto 2016, la Brigata Verde e i tifosi presenti allo stadio Celtic Park hanno esibito la bandiera della Palestina. Questo atto di solidarietà ha ottenuto il rispetto del Celtic ed è stato acclamato in tutto il mondo. Ma, allo stesso tempo, ha attirato un provvedimento disciplinare dalla UEFA, che giudica la bandiera palestinese illecita. In risposta a questo atto meschino e politicamente di parte intrapreso dall’organo che governa il calcio europeo, siamo determinati a contribuire positivamente al gioco e oggi avviamo la campagna #matchthefineforpalestine (“paga la multa a favore della Palestina”)”.

La dichiarazione afferma che la somma raccolta aiuterebbe ad acquistare le attrezzature da calcio che permetterebbero al campo profughi Aida di avere una squadra, che verrebbe denominata Aida Celtic, nel campionato giovanile di Betlemme. L’obiettivo iniziale era quello di raccogliere 15 mila sterline per sostenere la formazione di questa squadra ed era stato fissato in base ad una multa precedente, inflitta dalla UEFA per un’altra dimostrazione a sostegno della Palestina nel 2014 durante una partita conto il KR Reykjavik.

L’azione del Celtic è diventata virale sui social media, dove i palestinesi hanno usato l’hashtag #thankscelticfans (“grazie ai tifosi del Celtic) a dimostrazione della loro gratitudine verso questo gesto. A Ramallah, lo stemma del club è stato proiettato su un edificio per tutto il weekend.

Questa rappresenta la nona punizione inflitta dalla UEFA al Celtic in cinque anni a causa del comportamento dei suoi tifosi e sarà esaminata il prossimo 22 settembre. Il Celtic ha una forte connessione con la comunità irlandese a Glasgow e i ripetuti atti di solidarietà riflettono l’affinità tra il popolo irlandese e il popolo palestinese, giacché entrambi hanno conosciuto la colonizzazione e l’occupazione. “C’è un forte attaccamento alla storia all’interno della comunità irlandese (…). La situazione in Palestina è il classico esempio di una terra che è stata sottratta a persone che vivevano lì da generazioni. Il processo è simile a quanto accaduto in Irlanda”, ha detto lo storico scozzese Tom Devine ad Al-Jazeera.

Le regole della UEFA vietano l’utilizzo di “gesti, parole, oggetti o qualsiasi altro mezzo che trasmetta un messaggio non adatto ad un evento sportivo, in particolare messaggi che portano con sé una natura politica, ideologica, religiosa, offensiva o provocatoria”.

Fonti:

Theguardian.com/

E.I.

Traduzione per InfoPal di M.D.F.