Un capobanda israeliano condannato a 45 anni di carcere per l’omicidio di Abu Khdeir

378530CGerusalemme-Ma’an. Martedì, il principale sospettato della brutale morte del 16enne palestinese, Muhammad Abu Khdeir, è stato condannato al carcere a vita con un’addizionale di 20 anni, 15 anni meno della richiesta dell’accusa.

Un tribunale israeliano ha condannato Yosef Ben David – il capobanda responsabile di aver rapito e bruciato vivo l’adolescente nel luglio 2014 – a 45 anni di carcere, e al pagamento di 150.000 shekel (39.756 dollari) alla famiglia Abu Khdeir.

Muhannad Jubara, l’avvocato della famiglia Abu Khdeir, ha detto a Ma’an che la procura del distretto di Gerusalemme aveva chiesto alla corte una sentenza di  60 anni di carcere per Ben David.

La sentenza voluta dal pubblico ministero include una condanna a 25 anni per l’omicidio di Abu Khdeir, 20 anni per il suo rapimento, 12 anni per aver tentato di rapire un altro bambino palestinese – Moussa Abu Zalloum del quartiere di Beit Hanina nella Gerusalemme Est occupata – il giorno prima dell’omicidio di Abu Khdeir e tre anni supplementari per il precedente incendio di veicoli palestinesi.

Jubara ha aggiunto che la procura aveva anche chiesto a Ben David di pagare 228.000 shekel (60.429 dollari) alla famiglia Abu Khdeir.

Ben David è stato condannato per omicidio il 19 aprile, dopo che la corte ha respinto le richieste di infermità mentale presentate dai suoi avvocati.

A seguito della condanna, con quasi due anni di ritardo, i genitori di Abu Khdeir hanno chiesto alle autorità israeliane di dare l’ergastolo all’assassino del figlio e  di demolire la sua casa, in linea con la politica israeliana ufficiale portata avanti contro i Palestinesi che uccidono Israeliani.

Due minori israeliani che hanno aiutato a uccidere Muhammad sono stati condannati per omicidio nel mese di febbraio, uno all’ergastolo e l’altro a 21 anni di carcere. Mentre Ben David che ha ammesso di aver compiuto il crimine, è più volte sfuggito alla condanna chiedendo una valutazione psichiatrica all’ultimo minuto.

Muhammad, un 16enne di Shufat nella Gerusalemme Est occupata, era stato rapito e ucciso dai tre estremisti nel luglio 2014.

Tutti e tre hanno confessato di aver picchiato l’adolescente incosciente prima di versargli addosso del liquido infiammabile e di appicare il fuoco. L’autopsia ha più tardi confermato che l’adolescente era stato bruciato vivo.

Traduzione di Edy Meroli