Un esperto militare israeliano invita a dare un’occasione a Hamas dopo la fine della guerra civile nella Striscia di Gaza.

Un famoso esperto militare e della sicurezza ha invitato lo Stato di occupazione israeliana a concedere un’occasione a Hamas, dopo la guerra civile nella Striscia di Gaza terminata con la vittoria schiacciante del movimento islamico contro i sostenitori di Fatah.

In un articolo pubblicato sul giornale israeliano “Maariv", Shlomo Ghazit afferma che gli scontri tra Fatah e Hamas nella Striscia di Gaza, ora terminati, possano portare "buone notizie" per i palestinesi e per lo Stato di Israele.

Ghazit scrive: “Nella Striscia di Gaza c’è stata una svolta forte. Ora c’è un’Autorità centrale che non ha contradditori, ma che pianificherà il destino dei palestinesi nel futuro”.

E aggiunge: “Non dobbiamo meravigliarci di quanto è successo, lo abbiamo previsto un anno e mezzo fa, la notte delle elezioni del Consiglio Legislativo in cui abbiamo assistito alla vittoria chiara e democratica (di Hamas, ndr). Lo abbiamo capito quando Israele ha fallito nella sua politica imponendo l’assedio contro il governo di Hamas, sperando di allontanare il sostegno popolare”.

Ghazit spiega che, nonostante la vittoria nella guerra con Fatah, il movimento islamico deve affrontare quattro problemi: "Il primo e diretto: imporre la legge nelle strade di Gaza. Allontanare armi e i saccheggi e realizzare la tregua. Il secondo, e più importante: la responsabilità della vita degli abitanti della Striscia, 1,5 milioni di cittadini. Non è l’ideologia che decide ma la geografia. Bisogna rispondere immediatamente alle richieste giornaliere – rifornimento d’acqua, corrente elettrica, fonti di energia, cibo, e medicine – e ancora non abbiamo parlato del rinnovo dei permessi per lavorare in Israele. E a tutto ciò non c’è soluzione se non trattare con Israele. Il terzo: gli effetti della vittoria di Hamas sul proseguimento della lotta violenta. L’autorità centrale di Gaza ora non può più dire ‘non sappiamo chi ha fatto questo o quello’, perché ha il controllo di tutto.

"Non c’è dunque soluzione ai problemi pratici se non fermando la violenza, tornando all’idea della tregua a lungo tempo. In base a questa situazione mutata si deve cambiare la politica della sicurezza di Israele verso la Striscia di Gaza. Abbiamo davanti un titolo chiaro: si può trattare, si può minacciare e scuotere quando è necessario.

"Il quarto problema: il futuro dei rapporti con la dirigenza della Striscia e quella in Cisgiordania. I miliziani di Hamas hanno chiesto la liberazione dalle forze di Fatah a Gaza, ma non hanno in mente di separarsi e creare lo ‘Stato di Hamas’ indipendente. Possiamo prevedere, ora, il dialogo politico tra i due movimenti, che potranno anche trattare attraverso accordi politici con Israele".

Ghazit precisa che lo Stato israeliano, la sua politica e le sue perdite hanno dato un aiuto notevole alla vittoria di Hamas nella Striscia di Gaza: "Il futuro delle decisioni politiche, militari e civili da prendere avranno un effetto sulla guida della Striscia per i quattro problemi sopra elencati".

L’esperto militare conclude: “Non cerchiamo di convincerci che possiamo spostare le lancette a quaranta anni prima. La Cisgiordania non tornerà sotto il controllo della Giordania, né gli egiziani torneranno a controllare la Striscia di Gaza. Saremo costretti a togliere le castagne dal fuoco con le nostri mani".

 

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