Un leader di piazza Tahrir: il popolo non permetterà agli ex funzionari di regime di candidarsi alle elezioni presidenziali


Di Stefano Di Felice
. InfoPal. Il predicatore musulmano Safwat Hegazy ha sottolineato, durante un discorso rivolto ai manifestanti in piazza Tahrir, ieri, dopo le preghiere del venerdì, come il popolo egiziano non permetterà mai che il vecchio regime si rigeneri.

Egli ha aggiunto che i partecipanti alla dimostrazione intendono evitare a tutti gli ex funzionari di regime di partecipare alla corsa presidenziale, non solo all’ex vice presidente ‘Omar Suleiman.

“Siamo venuti per dire no al vice di Mubarak, no al Primo ministro di Mubarak, no al Ministro degli esteri di Mubarak, dal momento che non intendiamo sostituire un traditore con un altro traditore.”

Hegazy si è poi rivolto al Consiglio militare al potere, dicendo: “Voi non siete equidistanti dai candidati. La nostra rivoluzione continuerà ad essere pacifica, e noi continueremo a restare uniti: rimarremo rivoluzionari fino ad ottenere ciò che vogliamo.”

“Non vogliamo, e non ci aspettiamo che il Consiglio militare approvi la legge di interdizione politica: non ci aspettiamo l’elemosina del Consiglio. Quel che stiamo dicendo loro è che il popolo

intende abbattere i ‘superstiti’”.

Hegazy ha poi sottolineato che se il popolo partecipasse alle elezioni presidenziali, direbbe di no ai superstiti del vecchio regime, così come ha fatto alle elezioni parlamentari.

“Non sarà possibile falsificare un singolo voto, e dico a tutti che noi siamo disposti al martirio per ciascun urna delle elezioni presidenziali, e ogni mano che tenterà brogli sarà tagliata.”

Diversi personaggi affiliati con il vecchio regime hanno annunciato di volersi candidare per la presidenza: tra loro Suleiman, l’ex primo ministro Ahmed Shafiq e l’ex ministro degli esteri ‘Amr Moussa.

La gioventù rivoluzionaria, gli islamisti, molti parlamentari e altri candidati sono stati minacciati per la loro intenzione di candidarsi alle elezioni. Il parlamento ha approvato giovedì un emendamento della legge sull’esercizio dei diritti politici, finalizzato a impedire agli alti funzionari del caduto regime di candidarsi a cariche pubbliche fino al decimo anniversario dalla cacciata di Mubarak.

Gli abitanti di diversi governatorati egiziani si sono riversati nelle strade, venerdì, per richiedere l’interdizione dalla corsa per la presidenza dei personaggi collegati al passato regime.

Ad Alessandria i manifestanti hanno scandito slogan quali: “ Noi siamo il popolo – la linea rossa”, e “Chiunque tradirà la rivoluzione, perderà”. Essi hanno innalzato fotografie di ‘Omar Suleiman e di Ahmed Shafiq, accompagnate da scritte come: “No al ritorno di personaggi della cerchia di Mubarak”.

Nel governato di Qalyubia si sono tenute manifestazioni organizzate dalle fazioni islamiste, nelle quali si è richiesto che i personaggi del passato regime vengano esclusi dalla presidenza e da altre cariche importanti.

A Suez decine di manifestanti sono scesi nelle strade, dopo la preghiera del venerdì, in solidarietà con i manifestanti di piazza Tahrir.

Al Cairo, nella serata di venerdì, migliaia di manifestanti hanno cominciato a lasciare piazza Tahrir, dopo l’annuncio della fine della giornata di protesta da parte dei loro leader della. Alla manifestazione hanno partecipato migliaia di manifestanti dei movimenti islamici. Molti manifestanti, al termine delle manifestazioni organizzate, sono rimasti sul posto a intonare slogan spontanei contro il Consiglio supremo delle forze armate.

Nel corso della giornata, decine di migliaia di manifestanti hanno scandito slogan quali: “Abbasso il potere dei militari”, e “Suleiman, il tuo posto è la prigione”.

Tra i gruppi che non hanno preso parte alla manifestazione ci sono il Movimento della gioventù del 6 aprile, il Partito degli egiziani liberi, l’Associazione nazionale per il cambiamento, la Coalizione della gioventù rivoluzionaria del 25 gennaio e l’Unione giovanile rivoluzionaria.

I movimenti giovanili rivoluzionari hanno motivato la loro mancata partecipazione sostenendo che le manifestazioni fanno parte di una battaglia per il potere tra la Fratellanza musulmana e il Consiglio militare al governo, che si è accesa in particolare dopo l’annuncio della candidatura alla presidenza di ‘Omar Suleiman.

Haytham al-Khateeb, portavoce dell’Unione giovanile rivoluzionaria, ha espresso perplessità relativamente alle nomine del vice presidente Suleiman, del membro della Fratellanza Khairat as-Shater e del capo del Partito della libertà e della giustizia, Mohamed Morsy, facendo notare che la Fratellanza non ha mantenuto la promessa di non nominare alcun suo candidato alle elezioni.

Secondo al-Khateeb la decisione della Fratellanza di presenziare in piazza Tahrir è stata “illogica”, dopo che essa si è rifiutata di prendere parte alle proteste conseguenti gli scontri del febbraio scorso tra le forze di sicurezza e la folla.

Fonti:

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http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=476479