Un milione di studenti palestinesi alle prese con l’occupazione e mille difficoltà

Ramallah – PIC. Più di un milione di studenti palestinesi hanno ripreso il cammino verso le scuole; alcuni ci arrivano, mentre altri trovano molti ostacoli lungo la via; altri ancora arrivano ma non trovano un posto a sedere.

Le scuole in Palestina non sono come nel resto del mondo. Gli studenti devono affrontare mille problemi prima di poterle raggiungere. Anche i docenti sono sottomessi a dure misure politiche, come la riduzione dello stipendio. Molti di loro sono spinti a chiedere il pensionamento anticipato, in un’atmosfera economica tesa a causa del blocco imposto sulla Striscia di Gaza da anni.

Ahmed Badran, un bambino di Nablus, ha sempre sognato che arrivasse il giorno in cui avrebbe dovuto mettere lo zaino sulle spalle per andare a scuola; il giorno in cui la sua maestra lo avrebbe accolto facendogli dimenticare ogni timore. Purtroppo, il suo primo giorno di scuola si è rivelato un vero incubo.

Passaggio vietato.

Quel giorno il piccolo Ahmed ha detto piangendo: “Mi sono alzato presto, ho preso i vestiti che mia madre ha preparato per me, il pane al timo e all’olio d’oliva e sono andato a scuola in bus”.

Si ferma a riflettere. Poi, senza riuscire a fermare le lacrime, aggiunge: “Gli ebrei (israeliani, ndr) non ci hanno permesso di andare a scuola”.

Sua madre parla della delusione del figlio: “Hanno stroncato il sogno di Ahmed, ancor prima che crescesse. Il conduttore del bus mi ha riferito che i soldati dell’occupazione hanno costruito una diga che impedisce ai bus di passare. Il loro obbiettivo è solo quello di stroncare la gioia dei bambini della Palestina nel loro primo giorno di scuola”.

Ahmed e i suoi compagni si dovranno abituare a questa scena. Gli occupanti sionisti sanno bene che i Palestinesi istruiti potrebbero essere pericolosi per il loro progetto coloniale. Faranno di tutto affinché crescano nell’ignoranza.

Scolari senza cattedra.

A Gaza, invece, lo scenario è un altro: Sa’id Kamil è un bambino che è riuscito a raggiungere la scuola, ma lì non ha trovato sedie per sedersi. Il blocco ne è la causa.

Questo bambino porta abiti e scarpe consumati, come tanti altri del resto. Suo padre, a disagio, chiede: “Chi vorrebbe vedere il proprio figlio in questo stato il primo giorno di scuola?”

Da anni, questo povero padre non trova lavoro e si ritrova a dover accettare ogni sorta di impiego per mantenere i suoi bambini. La povertà colpisce gravemente la Striscia di Gaza.

Più dell’80% degli abitanti della Striscia di Gaza vive senza alcun tipo di sostegno; la situazione è catastrofica, ha confermato il Comitato popolare contro l’assedio.

Traduzione di Chiara Parisi