Un mostro che inghiotte terre palestinesi a Nablus

Nablus-PIC. Le colonie israeliane inghiottono terre palestinesi, non risparmiano nemmeno gli alberi, e fagocitano più terreni che possono, espandendosi in tutte le direzioni e tagliando fuori le città palestinesi. 

Basta solo guidare lungo la strada Ramallah-Nablus per restare scioccati nel vedere centinaia di dunum agricoli palestinesi rubati dai coloni dell’insediamento di Shilo e sui quali hanno costruito delle fabbriche. 

La colonia di Shilo è stata edificata nel 1978, a sud-est di Nablus e a nord-est di Ramallah, ed è situata sulle terre dei villaggi di Qaryut, Mughayir, Khirbat Abu Falah, Tirmseya e Singel. E’ posizionata a 3 km dal villaggio di Alubban Alsharqia, sulla strada Ramallah-Nablus, e a 40 km dalla città di Gerusalemme. Religiosamente parlando, viene considerata dal movimento coloniale Gush Ammonim come il secondo luogo sacro più importante per gli ebrei dopo Gerusalemme. 

L’insediamento è stato fondato sulla cima di una montagna che circonda vaste pianure e sui terreni dei villaggi arabi che la Suprema Corte israeliana ha deciso di consegnare ai coloni, quando i proprietari palestinesi aveva fatto appello contro la confisca dei loro terreni.

Haredim.

Il ricercatore sulle questioni delle colonie Khaled Maali ha dichiarato che la maggior parte dei residenti della colonia di Shilo sono religiosi ebrei (Haredim) che lavorano all’interno di essa. Molte industrie e linee di produzione leggere sono state costituite in questa colonia, oltre alla fornitura di vari servizi. Alcuni di loro lavorano nelle colonie vicine di Ofra e di Beit El. Shilo è considerata una colonia industriale. 

Maali ha inoltre aggiunto “Lo scopo della costituzione di questa colonia è di avere un progetto industriale che vende informazioni nel campo dell’industria militare, oltre alla creazione di un impianto chimico e di istituti educativi, compresa una scuola secondaria ed un campo-scuola, oltre alla promozione del turismo, date le caratteristiche archeologiche e naturali uniche presenti nella zona”. 

Ha osservato che “tra le industrie costituite in questo insediamento, vi sono una fabbrica di gioielli, una officina di carpenteria e molte officine con altre attività. Molti dei residenti della colonia lavorano nell’agricoltura. Allevano bestiame e pollame ed occupano vaste zone di terreno confiscato negli ultimi anni, trasformato ora in campi di pesche ed uva”. 

Un furto di terre.

Il procuratore Na’ila Attiya, che segue la questione delle terre rubate dalla colonia di Shilo, ha dichiarato all’inviato del PIC: “La colonia di Shilo sta attualmente occupando circa 1.995 dunum di terreni appartenenti a proprietari privati palestinesi. Sono meravigliati perché tutte le organizzazioni palestinesi si sono preoccupate di porre interrogativi a questo proposito, e che, sapendolo, non hanno continuato a stare zitti”. 

Ha aggiunto che “chi si rivolge al mondo e spende enormi risorse per una conferenza che parla sulla questione delle colonie, dovrebbe chiedersi cosa è stato fatto per risolvere questo problema”. 

“Abbiamo una responsabilità nei confronti della terra, e i discorsi non sono più sufficienti e non possono cacciare nessun colono dalla nostra terra!”

Traduzione di Aisha T. Bravi