Un parlamentare iraniano afferma: i colloqui israelo-palestinesi si concluderanno con un nulla di fatto.

PressTv. Un deputato iraniano spiega che la ripresa dei colloqui di “riconciliazione” tra Israeliani e Palestinesi negli Stati Uniti è finalizzata a  coprire i progetti di insediamento del regime israeliano, sottolineando che i negoziati saranno inconcludenti.

“Una revisione del processo di riconciliazione dal suo inizio 18 anni fa non lascia alcun dubbio sul fatto che i colloqui sono solo una copertura per la continuazione di un’occupazione strisciante nel quadro della costruzione di insediamenti e sono diretti a guadagnare tempo [per il regime israeliano], al fine di completare questi progetti”, ha affermato martedì Ibrahim Aqa-Mohammadi, membro del consiglio per la  sicurezza nazionale e del comitato per la politica estera.

Il deputato ha aggiunto che gli Stati Uniti cercano di accelerare la riconciliazione tra il regime israeliano e i palestinesi, alimentando i disordini in Egitto e in Siria, e aumentando la pressione sul fronte della resistenza.
Ha osservato che qualsiasi patto che ignorerà i diritti del popolo palestinese sarà sicuramente inaccettabile per i palestinesi.

Il parlamentare iraniano ha inoltre sottolineato che il popolo palestinese dovrebbe determinare il proprio destino, dicendo: “Fare un referendum in Palestina e nei territori occupati è l’unico modo per creare uno stato palestinese indipendente”.

Lunedì, gli israeliani sono tornati al tavolo dei negoziati a Washington con i funzionari dell’Autorità Palestinese per colloqui diretti per la prima volta, dopo tre anni.
Molti palestinesi, tuttavia, dicono i colloqui sono destinati al fallimento, perché il regime di Tel Aviv e Washington stanno spingendo affinché i palestinesi si arrendano senza condizioni.

Gli ultimi colloqui israelo-palestinesi sono stati bloccati nel settembre 2010 dopo che Tel Aviv ha rifiutato di congelare le sue attività di insediamento in Cisgiordania.

I palestinesi stanno cercando di creare uno stato indipendente nei territori della Cisgiordania, Gerusalemme est, e la Striscia di Gaza e chiedono che Israele si ritiri dai territori palestinesi occupati nella guerra dei sei giorni del 1967.
Tel Aviv, tuttavia, ha rifiutato di tornare ai confini del 1967, e non è disposto a discutere la questione di Gerusalemme.

Traduzione per InfoPal a cura di Edy Meroli