Un poliziotto israeliano frattura il cranio ad una donna gerosolimitana

Gerusalemme-PIC. Una donna palestinese di Gerusalemme ha subito un intervento chirurgico per l’impianto di una placca di metallo nel cranio, dopo essere stata aggredita da un poliziotto israeliano con il calcio del suo fucile.

Secondo il quotidiano Haaretz, la trentaseienne Rina Darbas ha presentato denuncia presso il dipartimento del ministero di Giustizia che effettua le indagini relative agli agenti di polizia, che hanno poi cercato di convincerla che era stata colpita da una pietra.

Gli inquirenti sostengono che alcune delle domande che le sono state poste durante la deposizione avevano soltanto lo “scopo di aiutare le indagini, e non certamente di dimostrarne i risultati”.

La vittima ha raccontato che l’episodio è avvenuto sei settimane fa, mentre cercava di proteggere suo figlio ed impedire che venisse arrestato dalla polizia del distretto di Issawiya. La polizia stava trattenendo il braccio di suo figlio di 14 anni, chiedendo di controllare la camicia e le scarpe per vedere se corrispondevano alla descrizione di una persona sospettata di aver lanciato loro dei sassi.

Darbas e suo marito hanno sentito un funzionario affermare che il loro figlio non era il sospettato che stavano cercando, ma lo hanno caricato comunque sul loro automezzo.

Secondo la deposizione che Darbas ha firmato in presenza del suo avvocato, ha cercato di allontanare suo figlio, inutilmente, e quando ha provato a parlare con uno degli agenti del veicolo di pattuglia, questi l’ha colpita con forza usando il calcio del suo fucile. Darbas ha quindi perso conoscenza ed è stata portata d’urgenza all’ospedale, dove ha subito un complicato intervento chirurgico per impiantare una placca di metallo nel suo cranio, e probabilmente avrà bisogno anche di un intervento di chirurgia plastica.

“La mia vita è rovinata. Soffro di dolori alla testa e al viso. La mia vita è diventata un incubo”, ha scritto Darbas nella sua deposizione.

Nel tentativo di evitare le proprie responsabilità la polizia israeliana ha sostenuto che a Issawiya sono state lanciate bombe incendiarie e pietre contro dei loro agenti, quando è accaduto l’episodio, e che quindi Darbas è rimasta vittima di una di queste pietre vaganti.

Il figlio di Darbas, che è stato arrestato per il presunto lancio di pietre, è poi stato rilasciato dopo quattro giorni di detenzione. Non sono state formalizzate accuse nei suoi confronti.

Il giorno dopo l’incidente, suo marito ha contattato il dipartimento investigativo della polizia del ministero della Giustizia per presentare un reclamo formale. Egli ha dichiarato che la sua richiesta è stata rifiutata e gli à stato detto che soltanto sua moglie avrebbe potuto presentare denuncia. Dopo esser stata dimessa dall’ospedale, Darbas si è recata di persona al dipartimento, ma ha detto di essere stata trattata con disprezzo dal personale lì presente.

“La persona che mi ha interrogata mi ha reso difficile spiegare quanto accaduto”, secondo la sua deposizione. “Egli ha chiesto dettagli riguardanti il militare e mi ha chiesto di fare un disegno dell’arma. Come potrei saper fare una cosa del genere io? Ha cercato di mettermi parole in bocca, per riuscire a farmi dire che ero stata colpita da una pietra, e ha anche cercato di convincermi che il militare mi avesse colpito per errore quando aveva alzato il suo braccio con l’arma, cercando di proteggermi da una pietra che mi era stata lanciata contro. Gli ho risposto che non vi era alcun lancio di pietre in quel momento, in quel luogo”.

Poco dopo che Haaretz ha chiesto informazioni più dettagliate su questo caso, l’avvocato di Darbas ha ricevuto una risposta dal dipartimento in cui si affermava che il caso è ancora sotto inchiesta. Però, alcune ore più tardi, un’altra fonte ha informato l’avvocato che, invece, un’inchiesta non era ancora stata aperta.

Il dipartimento del ministero di Giustizia ha respinto le affermazioni di Darbas e ha detto di aver aperto il fascicolo immediatamente dopo che suo marito è arrivato per presentare la denuncia. Il suo interrogatorio aveva lo scopo di chiarire gli eventi, non di danneggiare il denunciante, ha dichiarato.

La polizia israeliana ha insistito con il sostenere che durante la settimana in questione, “sono state lanciate 24 bombe incendiarie, oltre che a fuochi artificiali e pietre, contro le forze di polizia nel luogo in questione, ed è in questo modo che, apparentemente, è  stata ferita la residente locale”.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi