Un posto di blocco israeliano diventa l’incubo dei palestinesi di Hebron

Al-Khalil (Hebron) – InfoPal. Un posto di blocco israeliano, situato nel sud-est della moschea di Ibrahim, a Hebron, sud della Cisgiordania, è diventato un incubo che tormenta la vita dei palestinesi, soprattutto da quando Muhammed as-Salayme, un adolescente di 17 anni, è stato ucciso proprio lì, da una soldatessa israeliana, circa tre settimane fa. 

I palestinesi chiamano il posto di blocco in questione: al-Rajabi, in quanto si trova nelle vicinanze di un vecchio edificio che appartiene proprio a quella famiglia.

Molti bambini palestinesi sono rimasti feriti mentre cercavano di passare dai tornelli girevoli, installati nel posto di blocco in questione negli ultimi sei mesi per rafforzarlo; inoltre, in molti casi, i soldati israeliani ispezionano, umiliano o impediscono l’accesso ai passanti palestinesi che capitano lì.

All’inizio di dicembre, mentre passava dal posto di blocco, il cittadino palestinese Awadallah Abdel Fattah al-Rajabi, 81 anni, è inciampato nel filo spinato sparso intorno alla zona, cadendo per terra e riportando ferite e graffi al viso, alla testa e alle mani. 

Musbah al-‘Ajlouni, un cittadino palestinese che ha soccorso l’anziano, ha raccontato all’ufficio legale del Comitato per la ricostruzione di Hebron di essere corso sul posto dopo aver visto cadere al-Rajabi, gli ha portato nella propria bottega dove gli ha prestato i primi soccorsi, per poi riportarlo nella sua abitazione. 

Al-‘Ajlouni ha spiegato che i soldati israeliani hanno disposto intenzionalmente il filo spinato in modo da recare dei danni ai passanti palestinesi. Egli ha aggiunto che i pezzi di filo spinato erano sparsi ovunque intorno al checkpoint in questione, senza nemmeno un’insegna che segnalasse la loro esistenza. 

Dal canto suo, al-Rajabi ha riferito di essere costretto a rimanere nella propria abitazione a causa dei lividi e dei graffi riportati durante l’incidente. 

L’anziano palestinese ha riferito che i pezzi di filo spinato erano dispersi sul terreno in modo casuale, e ha aggiunto che nonostante l’incidente fosse avvenuto sotto agli occhi dei soldati israeliani, essi non gli hanno offerto alcun aiuto.

Awadallah ha lanciato un appello a tutte le organizzazioni che si occupano dei diritti umani perché si impegnino seriamente a rimuovere i posti di blocco militari, in modo che egli, insieme a tutti i cittadini palestinesi, possa tornare ad eseguire le preghiere nella moschea di Ibrahim.