Ramallah-Ma’an e Imemc. Domenica 31 gennaio, un Palestinese, Amjad Sokkari Abu Omar, di 34 anni, di Jamma’in (Nablus), è stato ucciso dalle forze israeliane dopo aver sparato e ferito tre soldati israeliani al check-point militare situato intorno alla colonia illegale di Beit El, a Ramallah.
Testimoni oculari hanno riferito che un veicolo palestinese si era avvicinato a un posto di blocco, un valico VIP usato dai dirigenti palestinesi per entrare in Israele, e quando un soldato si è accostato all’autista, ha aperto il fuoco, ferendolo insieme ad altri due commilitoni.
Uno dei soldati feriti ha sparato raffiche di colpi, uccidendo l’uomo.
I siti news israeliani hanno riferito che uno dei militari è stato seriamente ferito, mentre gli altri due hanno riportato ferite di media entità.
Sokkari, un sergente dello staff di sicurezza dell’Autorità Palestinese, lascia la moglie e 4 figli, l’ultimo dei quali di sei mesi. Le forze israeliane hanno consegnato la salma all’Anp.
Due ore prima della sua morte, Sokkari aveva scritto nella sua bacheca di Facebook: “Su questa terra c’è qualcosa per cui merita vivere, ma sfortunatamente non riesco a vedere nulla che meriti, l’occupazione israeliana ci sta ancora azzittendo, ci sta uccidendo. Dio abbia pietà dell’anima dei martiri, curi le ferite e liberi i detenuti”.
E qualche ora prima, aveva postato: “Ogni giorno sentiamo le notizie di qualcuno ammazzato (dai soldati), perdonami, il mio turno potrebbe essere il prossimo“.